Venerdì 26 novembre 2010. A Brembate di Sopra, un piccolo comune di circa 8000 abitanti in Provincia di Bergamo, Yara Gambirasio esce di casa per recarsi al centro sportivo del suo paese e poi svanisce nel nulla. Il suo corpo verrà ritrovato tre mesi dopo, senza vita. Per dare un’identità al colpevole, ci vorranno altri quattro anni.
Il caso Gambirasio non ha precedenti nella storia italiana ed europea. Per risolverlo sono stati:
interrogati 4300 testimoni
passati al setaccio 21.770 profili genetici
analizzate 120 mila utenze telefoniche
Un apparato investigativo e giudiziario colossale, che ha portato alla condanna all’ergastolo di un’unica persona: Massimo Giuseppe Bossetti, incastrato dalla prova inconfutabile, il DNA trovato sul corpo della ragazzina. Ancora oggi Bossetti invoca la propria innocenza, sostenendo che il DNA non sia il suo, nonostante sia stato condannato all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio. Ma perché la sua colpevolezza non può essere messa in discussione?
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