Quattro giorni nella capitale tedesca, ospite della Comunità di S. Egidio. Le meraviglie della città, ma anche l’assoluta mancanza di organizzazione, soprattutto all’aeroporto. Pur arrivando allo scalo con 2 ore e mezzo di anticipo, si rischia di perdere
Credo che, dopo Parigi, Berlino sia la capitale occidentale europea che amo e conosco meglio. Nella mia vita avventurosa, sono stato nella capitale tedesca non so quante volte.Gli unici ad averle conteggiate sono i frontalieri del Checkpoint Charlie, che attraversavo regolarmente quasi ogni giorno. Mi dissero, con fare sospettoso, che almeno 50 volte ero passato da Ovest ad Est, forse immaginando che il mio compito non fosse soltanto quello di un giornalista malato di curiosità e assetato di emozioni. Quando il mio Corriere della Sera credeva moltissimo nella politica estera, mi mandava dove volevo. Visti i risultati, erano contenti loro e io ero felice. I quattro giorni che ho trascorso la scorsa settimana a Berlino, ospite della Comunità di S.Egidio, mi hanno riempito di entusiasmo, riaccendendo nella mia mente episodi favolosi. I presidenti americani ( come Ronald Reagan), che quasi danzavano sul confine che delimitava l’antica divisione tra Ovest e Est; la dolcezza rigorosa di Bush padre, quella discutibile del figlio, la contagiosa simpatia di Bill Clinton, la gioia incomprensibile per l’arrivo di Donald Trump, la felicità di Barack Obama. Quante volte ho assistito a scambi di prigionieri. Ho visto Anatoly (Nathan) Sharansky attraversare il ponte, in una gelida e innevata giornata. Ho rivissuto per 4 giorni il mio passato, sognandolo anche di notte. Ho avuto il desiderio (subito realizzato) di rivedere il centro della capitale tedesca su un pullman a due piani, per un giro turistico favoloso, da una parte all’altra del Muro. Fiancheggiando il canale navigabile nei due sensi. Un’ora di vero piacere. Quasi quasi, se non vi fossero stati gli impegni da onorare, sarei salito su un battello per vivere le emozioni anche sull’acqua. Fin qui tutto meraviglioso. La città è splendida, ma l’organizzazione e’ assai modesta, per utilizzare un eufemismo. L’aeroporto di Berlino è il centro della più assoluta confusione. Arrivare o ripartire e’ davvero un’impresa: occorrono muscoli e pazienza. Arrivato allo scalo con due ore e mezzo di anticipo sul volo, ho rischiato di perderlo. Un’ora e mezzo per i controlli, la gente arrabbiata e furiosa. Quasi un disastro. Se amate Berlino, evitate l’aeroporto internazionale. E attenzione agli alberghi, soprattutto nella zona Est della capitale: ogni consumazione e’ un autentico salasso. Eppure, basta uscire, fare 20 metri e ritrovare la Berlino di un Tempo. Cortesia e prezzi accessibili a tutti. Anzi, decisamente bassi. Il cancelliere Sholtz sta facendo del suo meglio. Il suo discorso è stato forte e sincero. Ha esaltato la resistenza dell’ Ucraina contro l’aggressione della Russia di Putin, e ha spiegato cosa il… ( LaPresse/AP – CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/volti-contraddizioni-grande-berlino/1600058a-5560-11ee-bbb9-2ab114abc1ec