«Stavo parcheggiando l’auto sul viale quando ho sentito il boato. Ho visto questo muro sprofondare e crollare – le parole arrivano da Vinicio Ceccarelli, funzionario del Comune di Volterra che ieri ha visto con i suoi occhi sprofondare i 20 metri delle mura medievali di San Felice – c’era questa donna, una signora anziana. Si è avvicinata verso di me. La sua gamba sanguinava e ho dato l’allarme. Prima al 112, poi al sindaco. La signora colpita dalla pietra ha mantenuto una grande calma".
Volterra e la sua ferita che si riapre come in un loop infernale. Sono le 12 di una domenica di maggio affollata di turisti quando, d’un colpo, a San Felice, una parte di cinta muraria medievale si accascia lungo viale Lorenzini. Sono 200 metri cubi di materiale crollato. Di storia della città finita in frantumi. Di storia di una famiglia che si è vista trascinare via un pezzo di vita, un giardino curato, una palazzina rimasta in bilico in quel terribile abisso arrivato come una tempesta inaspettata. Perché, stando ai primi sopralluoghi effettuati sul crollo, non vi erano segni evidenti di cedimento delle mura né di infiltrazioni, visibili a occhio nudo, nelle antiche pietre che ora sono macerie.
Un dramma corso sulla lama di un coltello. Perché in quel punto, super trafficato e frequentato da turisti, per fortuna non è rimasto coinvolto nessuno. L’anziana ferita è stata colpita da una pietra di rimbalzo sgusciata dal fronte di frana, ma le sue condizioni sono rassicuranti.
I cani molecolari non hanno rinvenuto feriti sotto le macerie. Il primo crollo alle 12, il secondo alle 14 quando il movimento franoso ha fatto piombare a terra una seconda parte di mura e il giardino della casa in via della Pietraia. Una giornata che segna un’altra ferita al patrimonio storico della città dopo i crolli del 2014. Nello stesso versante murario che sprofondò vicino piazza dei Fornelli 10 anni fa. "Non ero in casa – dice Renzo Gazzarri, residente in via della Pietraia – mia moglie ha sentito un rumore. Un boato. Il nostro giardino è sprofondato". Tre le famiglie evacuate, due i nuclei che sono rientrati ieri sera nelle proprie abitazioni. Ci sono tutti, al capezzale di questo patrimonio distrutto: il Comune, i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia, la provincia e i volontari di Croce Rossa e Misericordia. Fra di loro, qualcuno si lascia andare a lacrime che rigano il volto. Il danno è ingente. Dalle prime stime, si parla di almeno 3 milioni di euro.
"Un disastro, corri è un disastro. Sono le parole che restano scolpite nella mia mente in una giornata che è un dramma per la città – il sindaco uscente Giacomo Santi, è stato avvisato con questa frase dal dipendente comunale Ceccarelli – il crollo non sarebbe da imputare a infiltrazioni di acqua a tergo del paramento murario. E’ una frana molto più complessa rispetto a quella di dieci anni fa perché ha un impatto maggiore sulla viabilità e sul contesto della città".
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