Trentacinque opere tra il 1957 e il 1972, un video introduttivo, rare fotografie, documenti d’epoca e scritti di Guttuso, Moravia, Carluccio e Siciliano. Durante le ricerche spunta un inedito: l’articolo autografo del 1960 in cui il maestro motiva la sua poetica orientata alla natura, premonitrice di un sentire contemporaneo, e quella pittura "misteriosa e serena" come ebbe a definirla Dino Buzzati. La galleria si affaccia sulla Baia di Sampieri, una restituzione e un invito al viaggio in Sicilia "sulle orme di Piero"
Virtuale, ma concepita sulla costa sud-orientale della Sicilia, nella luce crepuscolare e liquida della Baia di Sampieri. Immersa nel nitore del cielo ragusano, tra lo scheletro inconfondibile della Fornace Penna e le dune di sabbia che separano la campagna iblea – i carrubi, gli ulivi, i muretti a secco – dall’eterno azzurro del mare. Quasi un invito al viaggio, sulle tracce pittoriche del più lirico fra gli artisti italiani contemporanei. È la nuova galleria online dell’Archivio Piero Guccione che, a cinque anni dalla scomparsa dell’artista, con la mostra virtuale "Piero Guccione. Gli anni a Roma" (fino al 4 maggio 2024) avvia un dialogo con gli estimatori dell’artista, consegnando loro uno spazio digitale ricco di contributi d’epoca, saggi antologici, articoli di quotidiani e rare fotografie. Una vera mappatura delle prime esposizioni personali dell’artista che consente a studiosi, ricercatori, critici, galleristi, collezionisti o semplici appassionati di approfondire la conoscenza dell’autore con il necessario rigore scientifico e il conforto di testi non sempre accessibili. Fra i documenti consultabili anche un inedito, rinvenuto a Roma, nella biblioteca della Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) durante il lavoro preparatorio della mostra: un articolo autografo per la rivista Mondo Nuovo in cui Guccione, appena venticinquenne, dichiara le ragioni della sua poetica e la scelta del figurativo. Scelta "moderna", assai controcorrente per quei tempi, era il 1960, e premonitrice della sensibilità contemporanea verso la natura e il pianeta che l’artista motiva come: "… la volontà di rendere attiva la propria coscienza nei confronti della società e della realtà (…) Non so dove questa scelta mi porterà e se riuscirò a fare dei quadri che siano tali: so soltanto che questa scelta mi aiuta a sentirmi più vivo e vicino alla terra". La mostra virtuale raccoglie trentacinque opere realizzate a Roma tra il 1957 e il 1972, alcune delle quali inedite. Una vera immersione in quella pittura "misteriosa e serena", per dirla con Dino Buzzati (fra i documenti consultabili un suo articolo del 1966), che gli attenti conoscitori della poetica di Guccione potranno già intercettare in quelle minime porzioni di tela che il maestro consegnava a dense e sottili pennellate di azzurro – come in Macelleria (1960) e la serie dei Balconi… ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/virtuale-ma-geolocalizzata-sicilia-ecco-mostra-piero-guccione-anni-roma/04ee8a0c-6f35-11ee-be32-abf574c1eee9