Due condanne a morte e un ergastolo: questa la sentenza, giunta in seguito all’accertamento dell’inconfutabilità della prove, di un tribunale indiano nei confronti di tre uomini accusati di aver torturato, violentato e ucciso una ragazza di 28 anni nel marzo 2009.
La vittima, Jigisha Ghosh, lavorava come dirigente d’azienda e fu uccisa «in modo crudele ed inumano» dal gruppo prima dell’alba del 18 marzo 2009 nonostante avesse dato ai tre tutto quello che aveva: gioielli d’oro, cellulare e carta di credito. I giudici hanno condannato all’impiccagione due imputati perché «durante il processo non hanno mostrato alcuna forma di pentimento», mentre il terzo ha avuto un ergastolo per «la sua buona condotta in carcere che ha reso credibile una sua riabilitazione».