Vi portiamo da Kiev a Chernihiv, un viaggio di 160 chilometri passando dentro l’ex fronte est della Capitale. Andiamo nella città che è stata circondata dai russi, dentro i villaggi a ridosso della Bielorussia, che oggi è libera. Lungo la strada è possibile ancora vedere i segni di una battaglia pesante, combattuta con i mezzi blindati, con l’artiglieria. I carri armati russi abbandonati sono definiti "trofei" e sono sparsi lungo le strade desolate, dove c’è uno scenario di devastazione. Solchi bianchi sull’asfalto, segni indelebili del passaggio dei mezzi pesanti. Per evitare l’avanzata tutti i ponti della città furono fatti saltare dagli ucraini stessi, eccetto il ponte ferroviario , bombardato dai russi e quello pedonale che divenne campo da tiro: i cecchini qui miravano ai civili. A poco a poco vengono rimossi i blocchi stradali, quelli che costituivano i checkpoint. A Chernihiv c’è l’Hotel Ucraina, che ospitava la legione straniera di combattenti che arrivavano dal resto del mondo, istituita da Zelensky, e che è andato distrutto in seguito a un attacco missilistico.
I volontari sono ancora al lavoro a Chernihiv per soccorrere i feriti e portarli a Kiev, operazioni che a un certo punto della guerra era diventata difficile. Adesso che la città libera, gli aiuti arrivano più facilmente.
Claudio Locatelli è un reporter da anni impegnato nel raccontare le guerre dall’interno, usando la forza delle immagini a servizio delle vittime, per documentare la brutalità dei conflitti con coraggio e dedizione. Per queste qualità abbiamo deciso di farvelo conoscere e mettere a disposizione del suo operato i nostri canali, condividendo le sue dirette quotidiane da Kiev.
Fonte: @Claudio Locatelli – Il giornalista combattente