Berehova (Ucraina), 31 mar. (askanews) – In Transcarpazia, la regione a sud dell’Ucraina al confine con l’Ungheria, non suonano le sirene e non ha visto le bombe in 33 giorni di conflitto. Ma la paura che la guerra arrivi anche in questa zona è tanta. "Qui è una regione poverissima e tutti siamo preoccupati", dicono dalla città di Berehova, 30mila anime, considerata una sorta di "capitale" della Transcarpazia.
Finora, dall’inizio della guerra, sono arrivati in Ungheria circa 600mila profughi ucraini (il Paese guidato da Orban conta 10 milioni di abitanti), attraverso tre punti di accesso al confine. Il più grande è l’hotspot di Beregsurany, dove transitano circa 1.200 sfollati al giorno, con autobus, auto e anche a piedi.
In questo punto di accesso è presente l’Ordine di Malta che coordina l’intera attività di volontariato e di organizzazioni caritatevoli. Uno staff di oltre 4mila tra volontari e operatori dell’Ordine di Malta presente in Ungheria da 30 anni. I profughi arrivano a Beregsurany grazie a un servizio di trasporto dal confine ucraino: vengono accolti dagli operatori che registrano e controllano i documenti, offrono da mangiare e da bere, sostano per qualche ora prima di partire per altre destinazioni.
"Il presidio dell’Ordine di Malta a Beregsurany è il primo punto di accoglienza dei rifugiati – dice Imre Szabjan, capo Operazioni Soccorso dell’Ordine di Malta Ungheria – è un punto di incontro per ricongiungersi con le famiglie e gli amici fuggiti dall’Ucraina. Ma è anche un rifugio per coloro che non hanno i mezzi di trasporto e che non hanno un alloggio, non sanno dove stare. Si tratta di una sistemazione temporanea, possiamo accoglierli, dargli un tetto sulla testa fino a tre giorni".
Tra le decine e decine di rifugiati che scappano dalla guerra c’è anche Olga, che arriva da Kiev insieme al fedele gatto Zen. "Ho dormito nella cantina per 5 giorni, poi sono arrivata in Transcarpazia, facendo l’autostop. Ora voglio andare in Germania, dove ho degli amici. Vorrei lavorare nel mondo della moda, ciò che ho studiato in Ucraina. Vorrei continuare a studiare in Germania, sono grata all’Ordine di Malta per il servizio di assistenza che mi ha dato".
A Berehove, in Ucraina, c’è invece il magazzino dove l’Ordine di Malta raccoglie e organizza i pacchi alimentari da distribuire ai rifugiati. "Ne abbiamo oltre 100 tonnellate – dice Janos Makuk, capo operazioni Ordine di Malta di Berehova, in Ucraina – circa 5 tonnellate al giorno".
Qui in Transcarpazia l’atmosfera è surreale: strade vuote, poche persone transitano con la valigia. Non suonano le sirene, ma la paura resta tanta.
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