Venezia, 1 set. (askanews) – Due nuove sale monumentali che completano il percorso storico del museo e riportano in mostra alcuni capolavori straordinari dei Tiepolo, di Piazzetta o di Luca Giordano. Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia sono stati inaugurati, alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, i saloni Selva-Lazzari dedicati al Seicento e al Settecento. Qui sono ora visibili al pubblico opere che giacevano nei depositi e che, spesso restaurate, aggiungo-no splendore a un museo che, negli ultimi anni, ha saputo acquisire una dimensione internazionale di primo piano, non solo per la qualità delle collezioni, ma anche a livello prettamente museologico.
"Dobbiamo dimostrare – ha detto il ministro Franceschini nel suo intervento – che è possibile fare cultura ed è possibile farlo in sicurezza e ce n’è un grande bisogno, perché tutti abbiamo attraversato questo deserto che sono state le nostre città con i cinema, i teatri, i musei e i luoghi di cultura chiusi. E’ importante che questa inaugurazione delle nuove sale dell’Accademia avvenga proprio in coincidenza con la ripartenza e alla vigilia dall’apertura del Festival del Cinema di Venezia".
Tra le opere più importanti che ora trovano collocazione nei nuovi spazi dell’Accademia, il monumentale "Castigo dei serpenti" di Giambattista Tiepolo, lungo oltre 13 metri: un’opera di grandissima potenza che, dopo oltre un secolo di abbandono, è tornato alla bellezza originale. Altrettanto eccezionale la "Deposizione di Cristo dalla Croce", del napoletano Luca Giordano, uno dei grandi maestri del Seicento, che viene esposta per la prima volta nella collezione permanente. Ma le due sale ospitano anche la restaurata "Indovina" del Piazzetta e un’illuminante composizione sacra di Giandomenico Tiepolo.
"Con queste sale – ha detto ad askanews il direttore del museo, Giulio Manieri Elia – illustriamo al meglio anche due secoli, e soprattutto il Seicento, che erano poco rappresentati nella collezione, per le Gallerie è un passo epocale, completamente nuovo. Ci son o grandissimi capolavori che provengono da un secolo ritenuto a lungo un secolo buio, ma invece vediamo cosa veniva prodotto in questa città, anche da artisti forestieri che lavoravano a Venezia".
Nelle nuove sale delle Gallerie sono anche ricostruiti gli ambienti di alcune chiese veneziane, che ospitavano quadri di artisti non solo veneti e che oggi ritrovano la loro coerenza filologica. E poi ancora "Erminia e Vafrino scoprono Tancredi ferito" di Gianantonio Guardi, unica tela di un ciclo dedicato alla "Gerusalemme liberata" di Torquato tasso che è tornata in Italia dopo una storia complessa e romanzesca.
E se il presidente del Veneto Zaia ha parlato di un "rinascimento" per la regione, Manieri Elia ha sottolineato che i risultati sono frutto del lavoro di squadra. "Questi lavori non si fanno da soli – ha detto – c’è alle spalle un intero museo che ha lavorato moltissimo e ha dato tantissimo. Bisogna ringraziare tutto lo staff".
Il progetto è stato realizzato anche grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, e gli interventi di restauro sono stati finanziati in gran parte da Venetian Heritage, che ha stanziato 584mila euro.
"Ripartire con questo passo, che tutti potranno vedere nei prossimi giorni – ha concluso il direttore dell’Accademia – secondo me è un buonissimo viatico per un museo proiettato verso il futuro".
Futuro nel quale si prevede di completare il rinnovamento di tutti gli spazi espositivi delle Gallerie, progetto estremamente ambizioso concepito diversi anni fa di cui ora se ne può apprezzare un altro importante tassello.