La montagna ha partorito un topolino. Il raduno di "Noi con Vannacci" a Viterbo era annunciato come una maxi festa di due giorni, con dibattiti, cibo, spettacoli. In realtà l’evento si è ridotto a un pomeriggio, con il palco trasferito (causa maltempo) dal centro sportivo dove era stato allestito inizialmente, a una più ridotta aula convegni di un hotel. I circa 300 posti a sedere si sono riempiti solo per il gran finale della mini-kermesse, quando in sala è arrivato l’ospite più atteso (nonché l’unico), ovviamente il generale Roberto Vannacci. Per il resto nelle ore precedenti, si erano affacciati sul palco e in paltea solo un piccolo numero di esponenti dei gruppi politici e culturali, che gravitano intorno all’europdeputato leghista: dall’organizzatore dell’evento, l’ex senatore leghista Fusco, all’animatore dell’Associazione "Mondo al Contrario" Fabio Filomeni; dal già sindaco di Roma Alemanno a volti più o meno noti di formazioni di destra più o meno estrema. Molti dei sostenitori di Vannacci presenti al raduno si sono detti delusi dal governo di Meloni e Salvini e hanno spronato il parlamentare europeo di mollare la Lega e fondare un suo partito, più spostato a destra rispetto a quelli dell’attuale maggioranza. Il generale per ora glissa, anche se dice che per il futuro: "Non esclude nessuna possibilità". Intanto però dal palco – oltre al solito repertorio su diritti lgbt, migranti, tradizioni – ha attaccato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri (che lo aveva criticato). E ha detto che, se fosse presidente del Consiglio, la sua prima priorità sarebbe la sicurezza, perché in Italia: "Sono aumentati i furti e si deve aver paura ad uscire per strada". A suo giudizio, aggiungiamo noi, questo succede nell’Italia governata da Meloni. Evidentemente per Vannacci e i suoi fan, Meloni non è riuscita a raddrizzare il Mondo al Contrario
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