Roma, 5 mar. (askanews) – Un convegno ospitato dagli Utopia Studios, organizzato da The Watcher Post insieme con Atlantico. Una tavola rotonda alla quale hanno preso parte personalità politiche di rilievo e analisti di primo piano. "La politica mediorientale Usa e la presidenza Biden", ha analizzato nel dettaglio elementi di continuità e discontinuità tra la precedente amministrazione americana guidata da Donald Trump e quella del suo successore che si è da poco insediata, offrendo interessanti spunti di dibattito e argomenti di riflessione inediti.
Spiega Gemrano Dottori, consigliere scientifico di Limes:
"Mentre per l’amministrazione Trump la stabilità era l’obiettivo assoluto e la ricerca della stabilità passava anche attraverso un atteggiamento di rispetto intransigente per la sovranità nazionale di tutti gli interlocutori degli Stati Uniti, con Biden la priorità è invece la promozione dei valori americani, quindi un’azione di difesa dei diritti umani e nei limiti del possibile anche della democrazia".
Oltre all analista politico e partner di Utopia Ernesto Di Giovanni, alla diretta Live su Facebook hanno partecipato, collegati da remoto, Mitchell Belfer (direttore di Euro Gulf Centre) insieme agli onorevoli Carlo Fidanza (responsabile Esteri di Fratelli d Italia) e Marta Grande (membro della Commissone Affari Esteri del Movimento Cinque Stelle).
Per la Commissione Affari Esteri era presente anche l onorevole Gennaro Migliore, capogruppo di Italia Viva: "Alcuni capitoli, come quelli del rapporto con altre grandi potenze come la Cina, hanno un elemento di continuità, mentre ritengo che quelli che hanno a che fare con il Mediterraneo siano in una netta discontinuità. In particolare per quanto riguarda l’espansionismo turco e anche la risoluzione di alcuni conflitti, che ritengo siano assolutamente centrali, come quelli libico".
Un’amministrazione americana di nuovo protagonista nel Mediterraneo è sostanzialmente funzionale, secondo i relatori, alla ripresa di protagonismo dell’Unione Europea.
Per Daniele Capezzone, comentatore di "La Verità", ci sono pochi dubbi, invece, sull’elemento cardine che simboleggia la continuità: "C’è una legacy, c’è una eredità positiva che viene dagli anni passati che è rappresentata dagli accordi di Abramo. Un’opportunità positiva in Medio Oriente centrata su due partner fondamentali: per un verso Gerusalemme, per altro verso Riad. Sarebbe davvero un peccato e un errore se questa eredità positiva fosse messa in discussione".
Il rischio emerso dal dibattito – da tenere sempre presente – è quello di rimettere al centro il regime iraniano, che invece ha spesso giocato un ruolo assai preoccupante in tutto lo scacchiere mediorientale.
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