Unger: No al trading fai da te: servono preparazione e competenze

di solobuonumore

Unger: No al trading fai da te: servono preparazione e competenze

Roma, 19 nov. (askanews) – Il trading fai da te registra una crescita esponenziale da diversi anni. Secondo un’indagine condotta da ByTek – società attiva nel marketing digitale – le ricerche su Google di parole chiave legate al trading sono aumentate del 140%. Ma il rischio è alto: senza preparazione e competenze il pericolo di perdere tutti i propri soldi è assai concreto. Askanews ne ha parlato con Andrea Unger trader professionista, unico ad aver vinto per 4 volte il campionato del mondo di trading, la World Cup Championship of Futures Trading.

"ll trading fai da te è piuttosto assoggettabile a una lotteria, a un gratta e vinci piuttosto che al trading vero e proprio. Proprio perché è presentato come una scorciatoia per la ricchezza o un sostituto per lo stipendio. E’ quello che viene raccontato, è quello che la gente vuole sentirsi raccontare il più delle volte. Questo porta molta improvvisazione e l’improvvisazione comporta dei rischi perché si sottovaluta completamente la reale difficoltà della materia. Tutte le cose sono difficili, il problema è che qui, farlo amatorialmente, comporta rischi di perdere soldi".

Secondo Unger, che è membro onorario di SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica), sono fondamentali preparazione e competenze:

"L’importante è studiare quello che si fa e avere le idee chiare su come farlo. Oggi veniamo inondati di notizie e informazioni e allettati da quello che leggiamo e sentiamo. In realtà, per fare qualcosa bisogna informarsi e capire se quel qualcosa è fattibile e come. Quindi conoscere gli strumenti, conoscere i rischi connessi. Partire sempre dal concetto di rischio. La gente vuole soltanto partire dall’idea del guadagno. Le aspettative realistiche di un guadagno con il trading, sono un punto di vista fondamentale per chi vuole approcciare questo come un lavoro. Purtroppo qui si perdono soldi quindi bisogna conoscere quello che si fa. E la gente non ha voglia, anche perché non è qualcosa che si impara in una settimana. Gli aspetti da conoscere sono tanti e ci vuole un approccio professionale. Non necessariamente da professionista ma professionale e serio perlomeno ad imparare la materia".

Un’impostazione, quella di Unger che, come detto, lo ha portato ad essere 4 volte campione del mondo di trading.

"Vedevo il campionato come un miraggio, ci ho partecipato per spirito di competizione. Ero partito con il mio piano di lavoro e con le mie competenze sono riuscito a mettere insieme tutti i tasselli. Io ho partecipato e vinto la mia prima edizione nel 2008 e già facevo trading di lavoro dal 2001. Nel campionato ho semplicemente messo il turbo, ho fatto quello che faccio normalmente portandolo a un livello di rischio molto maggiore per ottenere ritorni maggiori. Non pensiate che sia quello che faccio tutti i giorni, quella è una gara e come tale è portata ai massimi livelli. Quindi un approccio con un piano serio sapendo quello che si fa. Se si va oltre si finisce male, e succede spesso. Applicare seriamente il lavoro e le competenze che si hanno e se non si hanno occorre costruirsele prima. Le persone nel trading si aspettano i miracoli perché qualcuno gli ha raccontato che si possono fare. Ma quel qualcuno, a mio avviso, era in malafede".

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