Appiano Gentile(CO), 25 mar. (askanews) – Questa piccola macchina non invasiva, impiegata da 20 anni nell’ambito della ricerca scientifica ma ottimizzata solo di recente come strumento per il trattamento delle malattie neuropsichiatriche, sta migliorando radicalmente la qualità della vita di tanti pazienti, con risultati talvolta sorprendenti.
Si tratta della Tms, acronimo di stimolazione magnetica transcranica, che nella casa di cura Le Betulle di Appiano Gentile, in provincia di Como, viene pilotata da una squadra multidisciplinare. Ne fa parte il neurochirurgo Daniel Levi, interfaccia tra gli psichiatri e lo strumento: "È una tecnologia che permette di applicare una nota legge fisica, quella di Biot Savart, secondo la quale perpendicolarmente a ogni campo magnetico si instaura un campo elettrico quindi noi applicando un campo magnetico riusciamo a stimolare perpendicolarmente l’attività dei neuroni corticali".
Una sorta di navigatore consente di raggiungere con precisione il punto del cervello da stimolare, senza disturbare il resto, ed agire così contro i decadimenti cognitivi, di qualsiasi origine essi siano, le depressioni anche farmaco-resistenti e le dipendenze, comprese quelle da fumo di sigaretta, alimentari o da alcool.
Angelo Oliva, neurologo responsabile del Centro per il decadimento cognitivo della clinica Le Betulle. "Sicuramente si può parlare di recupero perché così come il rallentamento cognitivo è una specie di slavina, si muove qualcosa che poi fa malfunzionare tante altre cose, quando si rimette in funzione una parte tutto l’insieme riprende sicurezza e fiducia e anche allenamento alla quotidianità. Abbiamo avuto pazienti che hanno ripreso a fare attività sportiva, così come abbiamo visto persone che hanno ripreso l’orientamento spaziale".
Seppure in uso ormai da alcuni anni con risultati ormai consolidati la Tms è ancora in forte evoluzione, sia per i suoi impieghi potenziali, sia da un punto di vista tecnologico.