Una giornata da medico di famiglia: “1500 pazienti e tanta burocrazia”

di solobuonumore

Una giornata da medico di famiglia: “1500 pazienti e tanta burocrazia”

Le dottoresse Alessandra Taraschi e Erica Schembri hanno rispettivamente 35 e 30 anni: la prima ha aperto il suo studio medico da circa un anno nel centro di Torino, la seconda sta svolgendo da oltre sei mesi un tirocinio presso la Casa della Salute di Grugliasco, comune dell’area metropolitana torinese. Il dottor Andrea Gonella ha 35 anni e da qualche anno ha aperto insieme a due colleghe uno studio a Alba, piccolo comune del cuneese in cui è nato e cresciuto e a cui è tornato una volta finita la facoltà di medicina. "E’ stato un ritorno alle orgini che non mi sarei aspettato", ammette sorridendo il dottore. Taraschi, Schembri e Gonella sono tre giovani medici che operano in Piemonte, li abbiamo seguiti per una giornata di lavoro facendoci raccontare difficoltà e soddisfazioni di una professione tanto fondamentale quanto in crisi.Stando all’ultimo rapporto Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Regionali) in Italia tra il 2019 e il 2021 il numero dei Medici di famiglia si è ridotto di 2.178 unità. Questo ha fatto sì che circa 2,7 milioni di persone siano rimaste senza dottore e si siano così dovute spostare su un medico diverso. Secondo gli accordi collettivi nazionali, un medico di medicina generale può assistere fino a 1.500 pazienti: la media nazionale è di 1.224 pazienti per medico con il valore più alto registrato al Nord (1.326), rispetto al Centro (1.159) e al Sud (1.102). Regioni come Lombardia, Veneto e Piemonte stanno affrontando una vera e propria crisi, perchè la copertura territoriale risulta seriamente compromessa. Come spiega bene Gonella: "Un giovane medico che si è appena laureato arriva ad acquisire in poco tempo 1500 pazienti". "1500 pazienti che deve conoscere", specifica la dottoresca Schembri.La mancanza di medici è una criticità che investe l’intero territorio nazionale, causata da un’errata programmazione a livello centrale che ha determinato il cosiddetto "imbuto formativo". Il ricambio dei medici di medicina generale per anni è stato garantito dal Corso di formazione in medicina generale (CFSMG), che negli ultimi 20 anni ha previsto 900 borse di studio l’anno. Un numero che non si è dimostrato adeguato a coprire i pensionamenti previsti e che l’avvento della pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato: stando ai dati Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza medici) sarebbero 18.757 mila i medici di base pronti per la pensione, ma si stima che il numero dei giovani formati o avviati finora alla formazione sarebbe sufficiente per coprire solo il 50 per cento dei posti. Le autorità hanno provato a correre ai ripari aumentando il numero delle borse di studio, ma per ora non sembra sia sufficiente. I dottori Taraschi, Schembri e Gonella provano a raccontare attraverso le loro storie gioeie e difficoltà che la loro professione comporta.di Alessandra Del Zotto e Stefano Scarpa

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