Milano, 20 apr. (askanews) -La domenica di Pasqua Tanya stava lavando i piatti insieme con la figlia nella cucina della sua casa a Mala Tokmachka, a 70 km da Zaporizhzhya, quando un missile russo è piombato nella stanza. Ma lei e la figlia sono ancora qui per raccontarlo. Viva per miracolo, mostra le macerie ancora incredula: "Questi enormi affari di metallo sono così pesanti, non so come abbiano fatto a non ucciderci".
I resti del missile li hanno portati in giardino, intorno altre case distrutte, molti se ne sono andati dopo che negli ultimi giorni i combattimenti si sono intensificati qui nel Sud.
"Ora ci sono più bombardamenti, stiamo attenti ai rumori e se sentiamo un razzo in arrivo interrompiamo quello che stiamo facendo e corriamo nel seminterrato. Poi rimaniamo lì e non facciamo nulla finché non è di nuovo tranquillo", racconta Tanya.
Mentre alcuni partono, altri arrivano, come una famiglia fuggita da Melitopol, in mano ai russi. Due figlie, un gatto in braccio, una fuga precipitosa in macchina. Sul parabrezza un foglio con scritto a penna "bambine".