Nei primi dieci mesi del 2022 sono stati 74 i suicidi di detenuti in carcere, 35 in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Più di uno ogni quattro giorni.
Ignazio Vitale passa tutti i giorni al cimitero da suo figlio Roberto. «Lucido la sua tomba, parlo con lui, piango. La gente mi prende per matto ma è l’unico modo che conosco per vivere". Roberto si è suicidato nel carcere Pagliarelli di Palermo lo scorso 15 settembre. Aveva 29 anni. Suo padre Ignazio, ex poliziotto, è disperato. Ha scritto una lettera aperta: «Fate sentire la nostra disperazione. Roberto è andato in paradiso e anche se ha chiesto aiuto è stato ignorato. Era bellissimo e aveva una gran voglia di vivere. Era innamoratissimo della sua famiglia e della sua ragazza. Si faccia qualcosa per questi ragazzi».
Questi ragazzi sono quelli che entrano in carcere vivi e ne escono morti. Suicidi, quasi sempre impiccati con le lenzuola legate alle inferriate delle sbarre. Nei primi dieci mesi del 2022 sono stati 74 i suicidi di detenuti in carcere, 35 in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Più di uno ogni quattro giorni.Sin dall’inizio dell’anno il fenomeno ha mostrato segni di preoccupante accelerazione, fino a raggiungere l’impressionante cifra di 15 suicidi nel solo mese di agosto: uno ogni due giorni. Molti di loro sono persone con problemi di salute mentale, a volte con dipendenze da sostanze stupefacenti. Talvolta la loro condizione psichiatrica non è compatibile con la detenzione. Però succede spesso che non ci sia posto nelle Rems, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, pensate in alternativa agli ospedali psichiatrici giudiziari. E allora questi detenuti restano in carcere, che spesso sono luoghi sovraffollati e carenti sotto il profilo dei diritti umani.
Lo scorso gennaio la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per aver trattenuto illecitamente in carcere per più di due anni un cittadino italiano con problemi psichici. L’ultimo detenuto suicida è stato un recluso di 36 anni straniero nel carcere di Torino. E’ morto impiccato il 28 ottobre. Era stato arrestato pochi giorni prima per il furto di un paio di cuffiette bluetooth in un centro commerciale ed era in attesa dell’udienza di convalida. Prima di lui, Agostino Matassa, palermitano di 64 anni. Si è tolto la vita il 21 ottobre nella sua cella del carcere Morandi di Saluzzo, in provincia di Cuneo. Si è impiccato con i lacci delle scarpe. L’uomo stava scontando una pena a 14 anni e mezzo di reclusione – che sarebbe terminata nel 2028 – dopo la condanna in via definitiva nel procedimento nato dall’inchiesta della Apocalisse riguardante le cosche mafiose palermitane. E poi Azzeddine Akouirate, marocchino che si è impiccato nel penitenziario fiorentino di Sollicciano pochi giorni fa. Anche lui aveva 29 anni. «Aveva fragilità mentali, non doveva stare da solo in… ( Jacopo Storni / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/detenuto-suicida-ogni-quattro-giorni-cosa-sta-succedendo-carceri-italiane/20b00182-5b8e-11ed-b41d-b4fe67e450b9