GENOVA (ITALPRESS) – Ha appena compiuto un anno il Ponte San Giorgio, che ha sostituito il Morandi crollato alla vigilia di Ferragosto del 2018. In questi dodici mesi si sono registrati 15 milioni di passaggi che confermano la piena ripresa dell’attività. Ma è l’intero processo di ricostruzione che rappresenta il modello cui dovrebbe ispirarsi l’intero Paese, per ripartire dopo vent’anni di sostanziale stagnazione.
L’opera, progettata da Renzo Piano e costruita da Webuild e Fincantieri, in 15 mesi è stato un caso di efficienza che andrebbe preso come esempio. Specialmente adesso che il Recovery Fund affida proprio alle opere pubbliche il compito di trainare la ripresa economica.
Come aveva spiegato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild in occasione della cerimonia di inaugurazione del ponte, “il Modello Genova è la risposta che vogliamo dare alla crisi che investe il nostro Paese”.
La ricostruzione è stata frutto del lavoro di oltre 1000 persone e 330 piccole e medie imprese. Un grande impegno portato avanti per circa 420 giorni. Oltre 10.100 ore di lavoro, tutti i giorni, escluso Natale e le pause imposte dalle condizioni metereologiche proibitive. Turni di 24 ore, 7 giorni su 7, oltre 1000 persone di 40 mestieri differenti impegnati, in alcuni momenti, in venti cantieri paralleli per proseguire senza sosta, anche durante l’emergenza sanitaria del Covid. Un modello che si può e si deve assolutamente replicare.
Oggi il ponte rappresenta un esempio di come l’Italia può accelerare il suo percorso di ripresa economica attraverso infrastrutture realizzate in tempi rapidi. A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati contenuti nell’Allegato “Infrastrutture” del Documento di Economia e Finanza 2021, il paese è chiamato a spendere 178,9 miliardi per modernizzare le sue infrastrutture e far ripartire il Paese.
L’eredità che lascia il ponte, oltre all’abilità tecnica e ingegneristica espressa dal Gruppo Webuild che insieme a Fincantieri ha realizzato l’opera, è nella capacità di trasformare un cantiere in una grande occasione di collaborazione con tutti gli attori del territorio, in uno sforzo congiunto. Il cosiddetto “Modello Genova”, divenuto espressione di un nuovo modo di trasformare gli investimenti in opere tangibili, nasce da un lato dall’efficienza operativa assicurata dalle societa di costruzione; dall’altro dal “gioco di squadra” attivato tra tutti i soggetti coinvolti, Commissario e istituzioni, costruttori, imprese della filiera, organismi di controllo, società civile.
L’opera, progettata da Renzo Piano e costruita da Webuild e Fincantieri, in 15 mesi è stato un caso di efficienza che andrebbe preso come esempio. Specialmente adesso che il Recovery Fund affida proprio alle opere pubbliche il compito di trainare la ripresa economica.
Come aveva spiegato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild in occasione della cerimonia di inaugurazione del ponte, “il Modello Genova è la risposta che vogliamo dare alla crisi che investe il nostro Paese”.
La ricostruzione è stata frutto del lavoro di oltre 1000 persone e 330 piccole e medie imprese. Un grande impegno portato avanti per circa 420 giorni. Oltre 10.100 ore di lavoro, tutti i giorni, escluso Natale e le pause imposte dalle condizioni metereologiche proibitive. Turni di 24 ore, 7 giorni su 7, oltre 1000 persone di 40 mestieri differenti impegnati, in alcuni momenti, in venti cantieri paralleli per proseguire senza sosta, anche durante l’emergenza sanitaria del Covid. Un modello che si può e si deve assolutamente replicare.
Oggi il ponte rappresenta un esempio di come l’Italia può accelerare il suo percorso di ripresa economica attraverso infrastrutture realizzate in tempi rapidi. A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati contenuti nell’Allegato “Infrastrutture” del Documento di Economia e Finanza 2021, il paese è chiamato a spendere 178,9 miliardi per modernizzare le sue infrastrutture e far ripartire il Paese.
L’eredità che lascia il ponte, oltre all’abilità tecnica e ingegneristica espressa dal Gruppo Webuild che insieme a Fincantieri ha realizzato l’opera, è nella capacità di trasformare un cantiere in una grande occasione di collaborazione con tutti gli attori del territorio, in uno sforzo congiunto. Il cosiddetto “Modello Genova”, divenuto espressione di un nuovo modo di trasformare gli investimenti in opere tangibili, nasce da un lato dall’efficienza operativa assicurata dalle societa di costruzione; dall’altro dal “gioco di squadra” attivato tra tutti i soggetti coinvolti, Commissario e istituzioni, costruttori, imprese della filiera, organismi di controllo, società civile.
Per maggiori informazioni sul ponte San Giorgio: https://www.webuildgroup.com/it/progetti/ponte-genova?utm_source=Speciale&utm_medium=Italpress&utm_campaign=Un%20anno%20Ponte%20Genova&utm_id=Sito%20ponte
(ITALPRESS).