Ucraina, tra la guerra dei droni e nuovi sfollati: “Non ce la facciamo da soli, il mondo ci aiuti”

di solobuonumore

Ucraina, tra la guerra dei droni e nuovi sfollati: “Non ce la facciamo da soli, il mondo ci aiuti”

La guerra in Ucraina è arrivata al suo quindicesimo mese, l’uso dei droni da parte della Russia costringe la capitale Kiev a bombardamenti tutte le notti, con la popolazione costretta a non dormire tra esplosioni ed allarmi. Una condizione psicologica devastante che sta colpendo le grandi città del paese. Intanto nuove masse di profughi interni stanno giungendo verso ovest, anche dopo la distruzione della diga di Kokhavka che ha allagato paesi e villaggi. "I miei familiari non dormono da 3 settimane, questo è il terrore – spiega a Fanpage Jura Lifanse, responsabile della Comunità di S.Egidio in Ucraina – in molti mettono i materassi nei corridoi e spengono tutto, decidono di dormire e ignorare gli allarmi, perché non si può sopravvivere in tensione continua". Intanto mentre continuano ad arrivare gli aiuti militari, diminuiscono gli aiuti umanitari. "L’Ucraina da sola non ce la fa, l’economia non esiste più, non ce la fa militarmente ma anche per gli aiuti umanitari, noi viviamo oggi con l’aiuto del mondo e sono diminuiti molto". Una condizione che impatta soprattutto sulla vita dei profughi di guerra sfollati nelle regioni dell’ovest, come a Leopoli. Nel Politecnico Nazionale, una delle più grandi università d’Europa, vivono 250 profughi all’interno delle palestre. "Le condizioni di vita sono durissime – spiega Denny Castiglione di Mediterranea Saving Humans – ci sono moltissimi finanziamenti per la ricostruzione dell’Ucraina, ed è anche giusto, ma ci chiediamo come sia possibile che non ci sono fondi per aiutare queste persone che dopo 15 mesi di guerra non vivono in condizioni dignitose". 

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