Ucraina, Merkel: “Non mi scuso. La guerra si poteva evitare?”

di solobuonumore

Ucraina, Merkel: “Non mi scuso. La guerra si poteva evitare?”

Roma, 8 giu. (askanews) – L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, 67 anni, è tornata a parlare dell’invasione russa in Ucraina, nella sua prima intervista pubblica dal palco del Berliner Ensemble, il teatro di Brecht, sei mesi dopo la fine del suo cancellierato. Rispondendo alle domande del giornalista dello Spiegel Alexander Osang, ha definito l’attacco russo "brutale", ma difeso le politiche attuate durante i suoi governi verso la Russia, affermando che non c’è da scusarsi per essere ricorsi alla diplomazia e al commercio per cercare di evitare una guerra in Ucraina.

"Non credo di dover dire che fosse sbagliato (usare la diplomazia nel 2014) e pertanto non mi scuserò. E non so cosa sarebbe accaduto se Putin nel 2014 semplicemente fosse andato avanti e nessuno se ne fosse interessato", ha spiegato.

"Quello che naturalmente mi sono chiesta, che cosa forse non si è fatto per prevenire una simile tragedia? Perché ritengo questa situazione già una grande tragedia, poteva essere evitata?", si è interrogata.

"In retrospettiva, se tiro le somme, sono attualmente contenta di non dovermi rimproverare per non aver cercato di evitare un evento come questo. Invece per fortuna ci ho provato in tutti i modi insieme ai relativi presidenti francesi e questo mi dà una sorta di rassicurazione", ha ricordato.

"Putin ha attaccato l’Ucraina anche se il Nord Stream2 non era ancora operativo. Non ha quindi aspettato, ma ha inseguito questo obiettivo geopolitico di impedire a un paese sulla sua soglia di optare per un altro modello che lui descrive come influenzato dall’Occidente – cosa che io vedo in modo completamente diverso – che lo ha portato a imporre un enorme sacrificio al suo stesso popolo", ha concluso.

L’ex leader tedesca, al timone della Germania dal 2005 al 2021, si era già espressa sulla guerra in Ucraina il 1 giugno, nel corso di un’apparizione a Berlino per l’addio del presidente del sindacato Dgb, Reiner Hoffman.

Immagini Phoenix via Afp

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