Roma, 2 apr. (askanews) – Irpin è di nuovo sotto il controllo delle forze dell’Ucraina ma è devastata. La città al confine nord-occidentale di Kiev ha resistito alla forza dell’invasione russa ma ha pagato un prezzo altissimo. I pochi residenti rimasti si contano sulle punta delle dita e raccontano di come sono sopravvissuti a oltre un mese di bombardamenti incessanti. Qui è "l’apocalisse" raccontano.
"Ogni 20-30 secondi sentivamo colpi di mortaio dalla direzione di Bucha – racconta Bogdan, residente di Irpin – si sentivano da tre a cinque colpi in un posto, poi una breve pausa, penso per riadattare il mortaio, poi altri tre-cinque colpi in un’altra zona".
"Nella mia casa, le lampade dei lampadari sono cadute a causa delle esplosioni. Durante i bombardamenti ci siamo seduti in casa in un angolo, dove i muri sono più spessi" ricorda Viktor.
E Oksana che vive alla periferia di Irpin dice: "Alle 4 del mattino qui è iniziato l’inferno. Alle 7:44 sono corsa e ho preso cibo per i nostri animali domestici, ho gatti, cani qui, ho pensato di dare loro da mangiare. E non ho avuto il tempo di correre dalla mia mucca perché a quell’ora è iniziato l’inferno".
Irpin era un’elegante città di pendolari tra le foreste di pini. Ora i suoi moderni condomini pastello sono ridotti in macerie, le strade sono vuote, disseminate di auto con parabrezza sfregiati dai proiettili. I soccorritori stanno ancora recuperando i corpi dei morti prima di portarli al ponte saltato in aria che collega la città con Kiev. Secondo le autorità qui sono stati uccisi 200 civili.
(Immagini Afp)