ROMA (ITALPRESS) – Dialogo, diplomazia e buonsenso per costruire la pace. Sono queste le parole chiave per porre fine al conflitto in Ucraina secondo il finanziere e filantropo Kamel Ghribi, presidente della Gksd Investment Holding e vicepresidente del gruppo San Donato. “La Nato, l’Unione Europea e il G7 hanno affrontato una giornata che non è esagerato definire storica – afferma -. La presenza in Europa del presidente Joe Biden è stata giustamente considerata nella sua straordinaria importanza. La Mia speranza è che questi tre summit di grandissima importanza, nonostante si sia parlato di guerra, siano serviti a preparare la pace. La mia speranza che nonostante si sia parlato di armi, si lavori perchè le armi cessino di essere usate”. Ghribi evidenzia che “il mondo vive ancora una pandemia dalla quale non si è definitivamente usciti e non possiamo neanche immaginare un conflitto mondiale e l’uso degli ordigni nucleari. Credo che le leadership globali abbiano la forza e l’autorevolezza per costruire la pace. Non bisogna mai perdere la speranza: anche nelle notti più buie c’è la consapevolezza che una nuova alba arriverà”.
Secondo Ghribi “le diplomazie devono lavorare perchè questa alba giunga al più presto. La diplomazia serve a tenere aperte le comunicazioni anche quando il rumore delle bombe sembra impedire ogni dialogo. La prima vittima apparente delle guerre è il buonsenso; per questo ci sono momenti in cui il dialogo sembra una prospettiva impossibile e il lavoro delle diplomazie inutile.
Ma – osserva – è proprio in questi momenti che occorre rilanciare con proposte concrete e di buonsenso. E’ il buonsenso a suggerire che la pace è nell’interesse delle singole nazioni e del mondo intero. E’ il buonsenso che ci ricorda che i costi umani ed economici del conflitto sono troppo alti. E’ il buonsenso che deve ispirare, dopo un mese, tutti i leaders verso l’unica soluzione possibile: la pace”.
“Dialogo, diplomazia, buonsenso, pace: sono le quattro parole che esprimono il sentimento e gli ideali di tutte le persone di buona volontà che – conclude Ghribi – non possono rimanere in silenzio in questo momento della storia”.
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