Roma, 5 mag. (askanews) – In una stanzetta in Vaticano, Ety Cicioni confeziona le famose uniformi della Guardia svizzera pontificia da almeno 25 anni. Nato a Giulianova, in Abruzzo, lavora in questo atelier dal 1997, cioé da quando aveva 26 anni.
"Poi nel ’97 è capitato un episodio e da lì ho iniziato a dialogare con la Santa sede per questo lavoro e alla fine è andato in porto e ci siamo avventurati in questa nuova esperienza. Un’esperienza difficile, perché, diciamo, queste divise non te le insegna nessuno", ha spiegato in un’intervista a France Presse.
Il tempo stringe, perché il 6 maggio circa 30 cittadini svizzeri – che devono essere single, cattolici e di età compresa tra i 19 e i 30 anni – giureranno per servire il Papa per almeno 26 mesi. Assieme al suo staff di alta sartoria artigianale, Ety produce circa 50 uniformi all’anno. Per crearne una servono 154 pezzi e 42 bottoni cuciti a mano per un totale di circa 39 ore di lavoro.
"Fatto il taglio, che è molto lungo, perché sono tanti pezzi, iniziamo gli assemblaggi e li dividiamo in tre parti: la parte delle ghette, che è un copriscarpa, poi c’è il pantalone e poi c’è la parte della giacca", ha spiegato.
"Storicamente, ogni avvento, Napoleone o anche i Borboni, c’era la tendenza anche a cambiare più colori, quindi quando c’erano i Borboni spagnoli era più rosso, quando c’era Napoleone era più nero, c’erano alcune fasi, se si va a guardare i figurini storici la divisa effettivamente, sempre con tanti pezzi, sempre con le stesse geometrie, più o meno, però cambiava un pochettino. Questa dal 1914 non è stata più sostituita, quello che abbiamo fatto noi da quando siamo arrivati è stato di modernizzarla nella lavorazione", ha ricordato.
Le guardie, che Ety chiama affettuosamente "ragazzi" possono indossare la divisa solo dopo 5 anni di servizio e di essa diventano "custodi" e non "proprietari".