Il governo Meloni ha fatto sapere che non rispetterà la scadenza del 30 aprile, per portare in Europa il progetto di revisione del Pnrr. L’annuncio ha scatenato le polemiche, perché la deadline era stata caldeggiata dalla Commissione Ue. Raffaele Fitto – il ministro incaricato di gestire il Pnrr – nega che ci siano ritardi e sottolinea come i regolamenti europei diano tempo fino al 31 agosto, per presentare il nuovo piano. Peccato che, fino a poche settimane fa, era lo stesso Fitto ad assicurare che entro la fine di aprile, l’esecutivo avrebbe avanzato alla Ue le proposte di modifica, con la richiesta di spostare le risorse da progetti considerati irrealizzabili, verso altre voci, soprattutto legate alla questione energetica. A oggi, però, come Meloni e Fitto intendano modificare il Pnrr rimane ignoto. Non solo. Di fronte alla difficoltà nell’attuazione dei progetti, nelle scorse settimane diversi esponenti della maggioranza – soprattutto dal lato della Lega – avevano ventilato l’ipotesi di rinunciare a una parte dei prestiti concessi dalla Ue per il Pnrr. Anche in questo caso, però, i messaggi del governo si rivelano contraddittori. Infatti, secondo quanto rivelato dai commissari Ue Gentiloni e Dombrovskis, in audizione al parlamento Ue, l’Italia non solo non avrebbe affatto intenzione di rinunciare ai soldi del Recovery. Al contrario, il nostro Paese avrebbe chiesto di ottenere una quota maggiore di prestiti – rispetto a quella assegnata nella spartizione originaria del piano -, attingendo alle risorse ancora non spese da altri Paesi, nell’ambito dei fondi disponibili per il Recovery Plan.
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