Roma, 2 lug. (askanews) – Il traffico illecito di sigarette in Europa cresce per la prima volta dal 2011 (+0,8 miliardi di sigarette rispetto al 2019) a
causa dei prodotti contraffatti, causando un mancato gettito
erariale pari a circa 8,5 miliardi di Euro.
Lo evidenzia l’ultimo rapporto indipendente realizzato da KPMG
con il contributo di Philip Morris International, sull’impatto e
i costi economici associati al fenomeno in Italia e in Unione
Europea, con riferimento all’anno 2020.
Se la Francia e la Grecia sono tra i Paesi europei in cui il
fenomeno dell’illecito è particolarmente rilevante
(rispettivamente 23% e 22% sul totale del consumo), l’incidenza
in Italia è del 3,4%, ben al di sotto della media UE pari a 7,8%
del consumo totale, ed è migliore di quella di altri grandi Paesi
europei, come Spagna e Germania. A differenza della Germania,
inoltre, in Italia il trend conferma una diminuzione, a
testimonianza dell’efficace azione di contrasto e deterrenza
svolta dalle forze dell’ordine e dall’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli.
A livello nazionale, il mancato gettito causato dal commercio
illecito di tabacco si attesta intorno ai 400 milioni di Euro,
con un recupero di 68 milioni di Euro rispetto al 2019, grazie
all’impegno delle Istituzioni nel contrasto di questo fenomeno.
Le aree tradizionalmente più colpite si confermano essere, anche
per il 2020, Friuli-Venezia Giulia e Campania. Rispetto alla
media nazionale del 3,4%, infatti, la quota di consumo illecito
sul totale si attesta nelle due regioni al 22% e al 12%
rispettivamente.