Matera, 28 ott. (askanews) – E’ il forno più antico di Matera, la citta dei Sassi. Fu fondato da Antonio Cifarelli nel 1947. Alla terza generazione, il nipote, Massimo, di 43 anni, porta avanti con passione l’attività. Qui, in Via Istria, 17, c’è sempre la fila per una delle 400 pagnotte da un chilo che ogni giorno sforna il panificio. Non parliamo di un pane qualunque ma del tipico pane di Matera, alto e con tre taglietti a rappresentare la trinità che è anche una Indicazione geografica protetta.
"Il pane per i nostri avi era tutto, era la vita", continua a ripetere Massimo Cifarelli, prima di mostrarci il suo forno, 4 metri e 70 centimetri di diametro per 17 metri quadrati di superficie. In una stanza di 20. "Per noi materani il pane da sempre rappresenta la speranza nel domani. Ancora oggi riveste un ruolo fondamentale.
Il nostro pane con i suoi tipici tagli sulla sommità è qualcosa di unico, ci riconosciamo in quel prodotto. Per noi è iscritto nel dna. Quella forma e quella sua caratteristica di crosta doppia".
Il suo pane si trova solo al suo panificio. "Sono gelosissimo – dice – io me lo faccio e io lo vendo". Perché, ripete, fare il pane appartiene a una tradizione e a una cultura che vanno spiegate.
Il panificio Cifarelli ha partecipato all’iniziativa "Emergenza Grano: da strumento di guerra a risorsa di Pace" nella Giornata Mondiale della Pasta, promossa dallo chef americano Luigi Diotaiuti, originario di Lagonegro in Basilicata.