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Terrorismo, Tricarico: rompere indugi, serve sistema difesa Ue

Roma, 9 set. (askanews) – Vent’anni dopo le Torri Gemelle e la guerra in Afghanistan cosa è cambiato nella lotta al terrorismo? Ne parliamo con il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa ed ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica.

"E’ cambiato molto. Direi tutto" ."Se pensiamo che soltanto ieri si è insediato un governo legittimo o almeno ritenuto legittimo a loro modo di vedere a Kabul, ma non ancora legittimato e che fra loro c’è il capo di una rete di Al Quaeda.

Le tecniche di contrasto al terrorismo hanno subito sicuramente una evoluzione molto ampia. Evidenzia ancora di più l’importanza dell’intelligence ed è l’intelligence che deve fare un salto di qualità. L’Europa deve cominciare a pensare alla sicurezza e una Difesa propria anzichè continuare a contare sull’aiuto statunitense. Dobbiamo rimboccarci le maniche e cominciare a pensare come difendere noi stessi.

"La Nato non deve essere sciolta. Qualcuno ancora dice questo. Vaneggia. E’ l’unica alleanza militare valida in piedi e quindi deve rimanere e va ripensata nel suo modo di essere. Anche questo si dice da anni ma i progressi su questa strada sono molto ma molto contenuti. Va ricreata una ricetta che io chiamo dottrina di impegno della forza. I droni sono mezzi che sicuramente avranno un ruolo determinante e sul quale va fatto un ripensamento perchè oggi vengono usati molto male. Il loro impego riduce gli effetti collaterali".

Sul progetto della difesa europea siamo all’anno zero?

"Sicuramente l’uscita della Gran Bretagna può essere un vantaggio… ma bisogna passare dalle parole ai fatti. Qui c’è da mettere in piedi un esercito, una macchina bellica europea. Va individuato il tipo di impegno che questo esercito deve assolvere e poi vedere che capacità deve avere perchè quelle di oggi non sono suffiienti, anche a livello Nato, e dare forma a questo esercito: capire quali mezzi deve avere e come poi questi mezzi devono interagire. Se vogliamo capire chi può essere l’elemento trainante per dare un impulso al progetto di difesa europea c’è prima l’Italia poi la Francia e quindi la Germania. I tre Paesi sono questi. Bisogna abbandonare gli indugi e gli altri Paesi si possono associare".

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