Non si conosce né luogo né data, ma prima o poi un terremoto molto più potente di quello che ha colpito Lazio e Marche arriverà in Italia. A spiegare i motivi di questo allarme sismico, Antonio Piersanti, dell'Istituto italiano di Geofisica e Vulcanologia, in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa Adnkronos. Non sono prevedibili, non si può sapere né dove né quando colpiranno, ma arriveranno. Intervistato dall'agenzia di stampa Adnkronos, il sismologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Antonio Piersanti, ha dichiarato che potrebbero arrivare terremoti ben più forti di quello che ha colpito il Centro Italia nella notte tra i 23 e 24 agosto, fino a 30 volte più potenti del sesto grado della scala Richter che ha caratterizzato l'ultimo sisma. "I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice". Il sismologo prosegue spiegando che i prossimi terremoti saranno, per intensità, molto simili a quello che colpì l'Irpinia nel 1980 e Messina e Reggio Calabria nel 1908. A fronte di queste conoscenze, "bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell'edificato", avverte Piersanti. "Il fatto che dal terremoto dell'Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti se da una parte è stata una fortuna, dall'altra ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l'economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti. Dal 1997 invece i terremoti di una certa intensità si sono ripetuti con una maggior frequenza, nel 2002 San Giuliano di Puglia, nel 2009 L'Aquila, nel 2012 l'Emilia Romagna e quest'anno il terremoto di Amatrice", spiega Piersanti, sottolineando come la ricostruzione fatta a Norcia dopo il sisma del 1997 abbia effettivamente aiutato a contenere i danni, anche se il fatto che non sia stata nemmeno sfiorata dal sisma nonostante la vicinanza all'epicentro potrebbe dipendere anche da altri molteplici fattori. L'obiettivo, spiega Piersanti, è cercare di arrivare ad avvicinarsi agli standard antisismici del Giappone: "Un obiettivo difficile da raggiungere, ma è importante puntare verso quella meta. Anche se è chiaro che il patrimonio edilizio del Giappone era ed è diverso e magari per loro, è più semplice".