Maltrattamenti animali. Un cane impiccato su un albero e poi preso a bastonate fino a massacrarlo: la ‘bravata’ di quattro adolescenti che hanno filmato il tutto tra le risate e poi postato il video sui social network. Una donna va in vacanza e chiude cane e gatto in casa senza cibo né acqua. Allevamenti con animali rinchiusi in gabbie così piccole da non potersi muovere o cambiare posizione. Episodi di cronaca tra tanti altri, con protagonisti animali maltrattati. Oggi chi si rende responsabile di maltrattamento di animali rischia da 3 a 18 mesi di carcere o un’ammenda pecuniaria da 5mila a 30mila euro. Lo stabilisce la legge 189/2004 (“Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”). Questo però non è stato sufficiente a far sì che tali crudeltà avessero fine. Proprio per questo motivo il M5S ha presentato alla Camera una proposta di legge per inasprire le pene per i reati contro gli animali, con i deputati Paolo Bernini e Vittorio Ferraresi quali primi firmatari. Se oggi il carcere e l’ammenda pecuniaria sono due pene alternative con l’approvazione della proposta di legge del M5S queste diverrebbero complementari: chi maltratta gli animali non solo paga l’ammenda ma deve scontare anche la pena in prigione. Proprio come succede in altre nazioni europee come Francia, Germania, Svizzera e Svezia. Le pene morbide, secondo il Movimento 5 Stelle, permettono che i comportamenti illegali vengono mantenuti e questi sono spesso terreno fertile per sviluppo di attività legate alla zoomafia. Inoltre, come dimostrato da numerose ricerche, vi è una correlazione tra il maltrattamento degli animali e violenze commesse contro altri individui: nel 70% dei casi la carriera criminale inizia proprio contro un amico a quattro zampe. Pene più severe dovrebbero quindi servire anche a limitare la violenza nella società.