C'è un'altra novità clamorosa nel delitto di Garlasco. E' il Corriere della Sera a raccontarla in esclusiva. A un anno dalla condanna definitiva di Stasi, oggi 33enne, e a nove dall'omicidio di Chiara, emerge che il Dna trovato e isolato sotto le unghie della ragazza non appartiene a lui, ma a una persona di sesso maschile, che potrebbe anche gravitare nel vecchio giro di amicizie o di conoscenze della 26enne uccisa la mattina del 13 agosto 2007. Lo dicono i risultati di laboratorio condotti da un noto genetista, su incarico degli avvocati dello studio Giarda che si sono affidati a una società di investigazioni di Milano. Una novità che oggi porta alla riapertura del caso. La procura di Pavia ha infatti accolto l'esposto della mamma di Alberto Stasi e, nell'aprire una nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, ha indagato un amico del fratello della vittima le cui tracce di dna, secondo un perizia della difesa, sarebbero state trovate sotto le unghie di Chiara. E' quanto scrive il Corriere della Sera. Quella del Dna è una prova fondamentale. E' la prova. Ignorata per anni. In un primo momento, gli investigatori non erano riusciti ad analizzare nella sua completezza i piccoli frammenti trovati sotto le unghie di Chiara. È stata, successivamente, la Corte d’appello di Milano nel processo-bis a disporre una nuova perizia- eseguita dal professore Francesco De Stefano- e a identificare Dna maschile in quelle tracce. Forse, addirittura, appartenenti a due persone. Campioni confrontati con quello di Stasi nel settembre 2014, scrive il Corriere, e risultati compatibili solo per 5 "marcatori" contro la necessità di almeno nove "corrispondenze". E' da qui che sono cominciate le nuove indagini della difesa.