"È una delle cose più belle che mi sia mai capitata". Spiega così Robb Scott, 39 anni, canadese, la sindrome di down di suo figlio Turner di cinque anni. Con un video condiviso su Facebook Robb spiega, con le lacrime agli occhi, che la sindrome di down non è una malattia. Nel video questo tenero papà dice: "Ho deciso di fare questo video perché devo “carmaticamente” resettare ciò che è successo, alla mia anima, immagino. Ero andato in un negozio e stavo cercando un film, c’era un papà con 2 figli, stavano cercando un film e il papà ha detto che avrebbe potuto sceglierne uno, ho sentito il figlio dire a proposito del film scelto: “che cos’è la Sindrome di Down?”, perché il film scelto era basato sul baseball e aveva un bimbo con la Sindrome di Down. Il film si chiamava … era anche anche un bel film, io e mia moglie l’abbiamo visto. E quindi sì “papà cos’è la Sindrome di Down?”. Non credo che il padre volesse essere intenzionalmente cattivo, posso dire che cercasse le cose giuste da dire e ha detto che era una malattia di non sapere niente. Quello è stato uno di quei momenti in cui non devi agire o reagire. Non ho detto niente, non sono il tipo che prende la faccia delle persone per dire delle cose ma ho sentito quella voce nella mia testa che diceva: “digli che cos’è”. E non l’ho fatto. Ho lasciato che quell’ignoranza crescesse in un’altra generazione e ho fallito con mio figlio durante il processo. Non intendo diventare emotivo, questa non è un’esibizione. Devo riprogrammare quel pulsante perché sento di averlo deluso in quel momento. La Sindrome di Down è letteralmente la cosa più bella che sia successa nella mia vita. E’ divertente, brillante, fantastica, è gentile, amorevole, fa le coccole. Le persone con la Sindrome di Down sono grandi insegnanti. Non è una malattia, non è una malattia. Non lo è. Non è nemmeno una disabilità. Solo perché leggi più lentamente o non corri veloce non vuol dire che hai una disabilità per me. Questo è ciò che ho imparato da Turner. La disabilità è una percezione".