Questa la risposta che Fedez ha dato a Concita De Gregorio, dopo la lettera in cui lo si accusava di non aver firmato un autografo a un bambino di dieci anni, facendolo piangere. Dal blog di Concita De Gregorio - http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/: "Grazie alle lettere di Francesco Rossi, Michela Picasso e molti altri Ho parlato con Fedez. Dopo la lettera di Anna Maria, 72 anni, che raccontava del pianto di suo nipote al firmacopie del centro commerciale di Paderno (nessuna firma sul diario, bambino allontanato dalla sicurezza, lacrime) ne sono arrivate molte altre. Michela da Genova, madre di Mattia e Margherita, 11 e 13 anni, pure in lacrime. Francesco, le cui riflessioni trovate sul sito di questa rubrica. Link a siti internet, post su Facebook a riprova dei traumi familiari, certo traumi minori. Madri padri e nonni a consolare bambini dopo ore di coda. La brutalità delle guardie del corpo, le male parole della sicurezza. Allora ho parlato con Fedez che mi ha detto che sì, lui firma solo i cd perché queste sono le regole. Firma anche quelli comprati fuori dallo store, portati da casa, ma non pagine di diario o foglietti perché, dice, in tre settimane di firmacopie arrivano cinque o seimila persone a volta e bisogna dare la precedenza a chi ha comprato il disco. Non sono ammessi neppure selfie, dice, perché c’è il fotografo ufficiale dello store che fa le foto meglio e più in fretta. E’ una questione di tempo, viene prima chi compra la sua musica. Mi prega di non citare le sue parole tra virgolette per evitare altre polemiche – teme - ma vi assicuro che ha detto così: non ce l’ho coi bambini che arrivano coi fogli ma coi loro genitori che non rispettano le regole e dico loro, se vi tolgono il foglio incazzatevi coi vostri genitori. Sul rispetto delle regole Fedez ha ragione. Ora mi prendo la responsabilità di citare una sua frase, invece: “Non siamo noi che le imponiamo”, dice Fedez includendo nel noi anche J-Ax. Lo faccio perché smetto di parlare di firmacopie di cd e, liberamente, per associazione di idee, direi due parole su quelli che mettono in atto le regole alle quali popstar o sindaci, capi di governo e youtubers si sottopongono. Il sistema, insomma. Vorrei dire, a tutti: potete scegliere. Il sistema sono le persone che lo fanno funzionare. Sono gli staff. I capi di gabinetto i responsabili pr gli uffici stampa le body guard i social media manager. I sistemi assumono il volto delle persone che li incarnano: ce ne sono di formidabili e di inetti. A volte corruttibili. Altre volte integerrimi. Nella vita mi sono occupata prevalentemente di politica: ho visto staff rovinare carriere sicure, far perdere elezioni sulla carta già vinte. Ho sentito portavoce dire “a queste domande il segretario non risponde perché sono mail, e chi sta su internet non va a votare”, il Movimento cinquestelle era già lì. Una parte rilevante del talento, di qualunque talento si parli, consiste nel circondarsi di persone migliori. Anche se la selezione non dipende da te, controlla da chi dipende e detta le tue regole. La logica più frequente invece è quella di nominare assistenti fedeli, non leali. Persone che non dissentano e che non facciano ombra, che ti siano grate. Il potere degli staff è sempre un potere di veto e di filtro. Possono non farti sapere, per debolezza o per interesse. Quando ripenso all’ex sindaco di Roma Marino e seguo le vicende di Virginia Raggi, con tutte le differenze dei casi, prima di tutto credo che abbiano fallito nella scelta dei collaboratori. Non è un peccato veniale. Circondarsi di persone preparate, competenti, appassionate e possibilmente gentili – stare attenti a che lo siano - è il principale dei talenti, non solo in politica".