Si allunga la lista delle vittime di Valentino Talluto, il trentaduenne di Acilia sieropositivo e finito in manette il 22 novembre dello scorso anno per aver consapevolmente contagiato con il virus dell'Hiv numerose partner. Gli agenti della polizia interna a piazzale Clodio, su disposizione del pubblico ministero Francesco Scavo, hanno individuato altre cinque donne che hanno avuto relazioni non protette con l'indagato, accusato di lesioni gravissime e epidemia dolosa. La Procura, per il momento, conta 48 parti offese, 27 delle quali, miracolosamente, non hanno contratto il virus. All'elenco vanno aggiunti anche i fidanzati di tre ragazze, contagiati per aver avuto rapporti non protetti con le compagne che non sapevano di aver sviluppato la malattia. LEI ERA INCINTA Tra le vittime pure un bambino, figlio di una donna con cui l'indagato ha avuto una breve relazione mentre lei era incinta. Il piccolo oggi ha tre anni, quando aveva otto mesi gli sono state diagnosticate l'Hiv e l'encefalopatia, «casualmente riconducibile si legge nel capo di imputazione allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto». Prima di concludere le indagini, la Procura dovrà valutare se addebitare all'untore seriale anche il conto dei danni provocati al Servizio sanitario regionale. Secondo un calcolo approssimativo, la spesa per la cura annuale delle vittime sfiorerebbe gli undici milioni di euro, tra visite specialistiche, acquisto di medicine e terapie specifiche. LA CONSAPEVOLEZZA Per gli inquirenti, Talluto, diploma in ragioneria, un lavoro da contabile e sieropositivo dal 2006, avrebbe infettato consapevolmente tutte le partner, preoccupandosi di non avvertire del rischio le donne con cui intesseva relazioni. Conquistava le vittime con fiori e regali. Le corteggiava e le lusingava. Poi, le convinceva ad avere rapporti ad alto rischio, trovando le scuse più disparate. «Sono un donatore di sangue, non ti preoccupare. Sono anche allergico al lattice dei preservativi», diceva, fingendo di essere in perfetta salute. Per ora le parti lese accertate sono 48, ma il sospetto degli investigatori è che il numero possa continuare a salire. «Ho ripensato con schifo a quando gli dissi che aspettavo un figlio e cominciò a insistere per farlo senza protezione, perché non sarei rimasta incinta», ha raccontato a verbale una delle partner.