Venezia, 27 lug. (askanews) – Una prospettiva nuova sulla grande lezione del Surrealismo, all’insegna di ideali radicali di libertà e cambiamento. La mostra "Surrealismo e magia – La modernità incantata", in corso alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha superato i 132mila visitatori e ha rinnovato, in parallelo alla Biennale Arte, il discorso su un movimento artistico e culturale che ogni giorno scopriamo essere più attuale che mai.
"Il progetto – ha detto ad askanews la curatrice Grazina Subelyté – nasce da questa voglia di valorizzare alcune opere del Surrealismo che abbiamo nella nostra collezione, come la Vestizione della sposa di Max Ernst, un dipinto del 1940 che è il più esoterico della Collezione in assoluto".
I dipinti e la figura di Ernst giocano un ruolo chiave nella storia della Collezione e della mostra, ma l’aspetto più interessante della nuova esposizione è il modo in cui il Surrealismo viene raccontato andando oltre le letture classiche e aprendo nuovi spazi di interpretazione. "Il Surrealismo – ci ha detto la direttrice della Collezione, Karole Vail – ha una grande parte nella Collezione di Peggy Guggenheim, lei ha sempre amato molto gli artisti surrealisti e una cosa molto bella è che ci sono tante artiste donne, che fino a ora non sono state abbastanza riconosciute. Quindi anche questo per la mostra e per noi è un gran momento".
Cruciale in questo senso la riscoperta del lavoro di Leonora Carrington: la sua sala dipinta di rosso nella sezione centrale della mostra è una vera meraviglia di visione pittorica e vertigine creativa, confermata anche da una delle opere più affascinanti del percorso: una scultura di Donna gatto che è al tempo stesso aliena e sorprendentemente familiare. Accanto alla Carrington poi brilla anche l’opera di Leonor Fini: le sue donne sono forti, ibride, senza nessuna paura, e gridano chiaramente la propria autonomia da ogni forma di controllo. "L’idea principale del movimento – ha aggiunto la curatrice – era quella della libertà, soprattutto spirituale, contro i valori tradizionali. Quindi più donne hanno aderito al Surrealismo rispetto a qualsiasi altro movimento della prima metà del XX secolo".
In mostra, accanto a Giorgio De Chirico o Victor Brauner, altre artiste donne come Remedios Varo, con le sue figure sospese oltre il Tempo, o Dorthea Tanning, coi i suoi corpi tra l’umano e il naturale. E un altro dei vertici dell’esposizione si raggiunge di fronte a un meraviglioso Magritte, che non a caso è intitolato "La magia nera". "Freud definisce la magia – ha concluso Grazina Subelyté – come una specie di onnipotenza del pensiero e sottolinea il fatto che i nostri pensieri e i nostri desideri possono essere così forti da influenzare la nostra realtà. E così i surrealisti hanno cominciato a vedere se stessi come dei maghi che possono cambiare il mondo".
E un po’, alla fine del percorso della mostra, a cambiare è anche il nostro modo di pensare la pittura: davanti a "Domani è mai" di Kay Sage, moglie di un altro artista esposto come Yves Tanguy, si può solo fermarsi a contemplare il mistero della rappresentazione e la sua capacità alchemica di sussurrare a ciascuno di noi qualcosa di profondamente personale. Qualcosa che ci riguarda direttamente.
La mostra resta aperta al pubblico a Venezia fino al 26 settembre, per poi spostarsi al Museum Barberini di Potsdam, con il quale è stata progettata.
(Leonardo Merlini)