Milano, 22 gen. (askanews) – È la vigilia del sabato di proteste annunciato da Aleksey Navalny, il dissidente russo tornato a Mosca dopo l’avvelenamento a Omsk e la successiva permanenza a Berlino. Il potere centrale russo sta evidentemente lavorando per limitare il raggio d’azione dell’oppositore, attualmente detenuto nel carcere moscovita di Matrosskaja Tishina. La polizia ha già annunciato che userà il pugno di ferro e per il Cremlino le proteste per chiedere la liberazione del blogger non sono ammissibili.
Tra gli esponenti del suo entourage anche l’addetta stampa di Navalny Kira Yarmysh è stata condannata a 9 giorni: un giro di vite prima delle manifestazioni di sabato volute e indette da Navalny stesso durante il suo processo al rientro da Berlino.
Intanto il video in cui il dissidente alza il tiro delle accuse a Vladimir Putin, relative al "palazzo da zar" costruito sul Mar Nero, macina spettatori online, ormai verso i 60 milioni di view. Ma il social network VKontakte (il più diffuso in Russia) ha bloccato la maggior parte delle pagine dedicate agli incontri in programma per il 23 gennaio, principalmente a Mosca e San Pietroburgo. Sono 59 su 83 pagine bloccate su richiesta dell’ufficio del procuratore generale che restano invece disponibili fuori dai confini russi, in altri Paesi.