di Pino Di Feo
Immagini: Nasa – Esa
Montaggio: Linda Verzani
Milano, 23 feb. (askanews) – Venticinque anni fa, il 22 febbraio 1996, veniva lanciato dalla base spaziale Nasa di Cape Canaveral, in Florida, lo Space Shuttle "Columbia" per la missione Sts-75.
Una missione storica perché, per la prima volta, ad andare nello Spazio c’erano anche 2 astronauti italiani: Maurizio Cheli, pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare e primo astronauta "professionista" italiano e Umberto Guidoni, payload specialist dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) per il satellite al filo Tethered che tornava in orbita dopo il volo del ’92 con Franco Malerba, primo astronauta italiano della storia.
Guidoni era al primo dei suoi 2 voli nello Spazio, mentre Cheli era stato selezionato dall’Esa e dalla Nasa come mission specialist n. 2, una sorta di "terzo pilota" dello Shuttle. Era un battesimo anche per l’Aeronautica militare italiana che per, la prima volta, varcava i confini della troposfera.
Askanews, 25 anni dopo, ha intervistato i due protagonisti di quella storica impresa.
"Dopo il lancio e una notte in orbita – ha ricordato Cheli – iniziava oggi il primo di 16 giorni incredibili di orbita intorno alla Terra; ci siamo dedicati in maniera intensa allo srotolamento del satellite al filo che era il nostro carico principale e a una miriade di altri esperimenti scientifici. Difficoltà ce ne sono state tante ma, forse, quella più grande è consistita nel non distrarsi troppo nel guardare la Terra che, anche a distanza di anni, rimarrà sempre lo spettacolo più grandioso che abbia mai potuto osservare".
"Vivere nello Spazio per 16 giorni, assistere ogni giorno a 16 albe e 16 tramonti e soprattutto, vedere la Terra come una splendida oasi azzurra immersa in un oceano di tenebre è stata una esperienza indimenticabile – ha aggiunto Guidoni – quando sono tornato ero contento di riabbracciare i miei cari ma ero anche triste perché sapevo che quell’immagine della Terra sarebbe rimasta un ricordo".
La Sts-75 si concluse il 9 marzo 1996, 15 giorni, 17 ore, 40 minuti e 22 secondi dopo il lancio. La doppia missione italiana, tuttavia, fu un successo solo parziale perché il filo che legava il satellite allo Shuttle si spezzò per un corto circuito, anche se i dati raccolti dimostrarono la validità dell’esperimento.
"La delusione è stata forte – ha ammesso Guidoni – le facce mia e dei miei colleghi in orbita erano un po’ quelle dei bambini a cui è sfuggito un palloncino. Quindi una delusione dal punto di vista della Scienza ma anche una grande emozione umana dal punto di vista della mia esperienza di volo".
Per Cheli fu l’ultima volta nello Spazio, dopo divenne collaudatore del caccia europeo "Eurofighter Typhoon", oggi si occupa di startup che sviluppano prodotti e servizi in campo aeronautico come nuovi velivoli e sensori per servizi di monitoraggio ambientale. Scrive libri, fa il divulgatore scientifico (anche grazie al sito www.mauriziocheli.com) e, dopo averlo osservato dallo Spazio, nel 2018 ha scalato l’Everest.
Guidoni invece partecipò a una seconda missione, la Sts-100 nel 2001 e fu il primo europeo a entrare nella Stazione spaziale internazionale, anche lui oggi scrive libri e svolge l’attività di divulgatore scientifico (il suo sito web www.umbertoguidoni.it).
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