MILANO (ITALPRESS) – L’impegno a ridurre tutti i combustibili fossili entro il 2050 come strada maestra per contrastare il cambiamento climatico è stata al centro degli intensi negoziati condotti nei giorni scorsi a Dubai, in occasione della Cop28.
Al di là degli impegni formali sottoscritti dai singoli stati partecipanti, i grandi investitori istituzionali e gli istituti di credito da tempo offrono ai risparmiatori obbligazioni societarie e governative emesse con l’obiettivo di finanziare progetti di natura sociale e ambientale, denominati appunto green bond.
Come sottolineato da Simone Chelini, Head of ESG & Strategic Activism di Fideuram – ISPB AM SGR, si tratta di strumenti finanziari non così conosciuti dagli investitori privati. “L’osservatorio CONSOB di quest’anno certifica che solo il 22% delle famiglie di risparmiatori intervistati conosce i green bond”, ha affermato Chelini.
I green bond finanziano progetti a tutela del clima e dell’ambiente e producono impatti positivi davvero significativi anche sul Pil italiano. “E’ molto interessante leggere cosa certifica il MEF nel suo rapporto annuale. L’anno scorso sono stati emessi, complessivamente, 500 miliardi di green bond. A fronte dei 35 miliardi di Titoli di Stato italiani connessi al mondo della finanza sostenibile – denominati BTP Green, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già allocato 8 miliardi di euro, producendo impatti significativi in termini di valore aggiunto, quantificabili in circa 13 miliardi di euro. Investimenti che hanno generato importanti effetti anche sull’offerta di lavoro, quantificabili in oltre 200.000 nuovi posti di lavoro” ha spiegato Chelini sottolineando che “questi investimenti sostenibili hanno quindi un impatto importante anche sul sistema economico”.
Green bond e obiettivi ESG divengono fondamentali, anche nell’ottica di conseguire gli obiettivi Net Zero previsti per il 2030 e il 2050. E in questo un ruolo importante è svolto proprio dalla Divisione Private di Intesa Sanpaolo.
“L’impegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking è importantissimo e in sintonia con il Piano d’Impresa 2022-25 del Gruppo Intesa Sanpaolo. La Divisione Private ha avviato nel 2021 un ambizioso Progetto ESG che coinvolge 167 professionisti di tutte le aree della Divisione e mira a integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti di gestione del business e delle attività”, ha spiegato Chelini.
Scendendo poi nel dettaglio dell’iniziativa “Il Sustainability Manager della Divisione Private Banking, come gli altri 16 professionisti delle altre Divisioni e aree di Governo del Gruppo ISP, svolge una supervisione complessiva e integrata delle iniziative ESG all’interno della Divisione; nel Comitato di Direzione è stata costituita una sessione “Sostenibilità (ESG)” che si riunisce con frequenza almeno trimestrale e poi c’è il team ESG & Strategic Activism, all’interno di Fideuram ISPB Asset Management SGR, dedicata all’integrazione delle metriche ESG nei processo di investimento”.
Il centro nevralgico dell’azione è il conseguimento dei quattro target indicati dalla Net Zero Asset Manager Initiative, definita da Chelini come “la più sfidante e impattante sfida sulla sostenibilità”.
Ma quali sono questi obiettivi? “Il primo è impegnarsi per raggiungere entro il 2050 la neutralità delle emissioni nette di gas serra di tutti i patrimoni gestiti da Fideuram – ISPB Asset Management SGR. Ma esistono obiettivi più ravvicinati: ad esempio l’impegno a ridurre, entro il 2030, le emissioni dei nostri portafogli del 50% rispetto al 2019- ha spiegato Chelini – Nei prossimi sette anni, inoltre, dovremmo mettere in atto un piano di engagement con gli emittenti responsabili del 90% delle emissioni finanziate per incentivarle ad impegnarsi in piani di decarbonizzazione solidi e trasparenti”.
“L’ultimo impegno è quello di triplicare entro il 2025 gli investimenti in climate solution e in particolare noi ci concentreremo sui green bond”, ha concluso.
Al di là degli impegni formali sottoscritti dai singoli stati partecipanti, i grandi investitori istituzionali e gli istituti di credito da tempo offrono ai risparmiatori obbligazioni societarie e governative emesse con l’obiettivo di finanziare progetti di natura sociale e ambientale, denominati appunto green bond.
Come sottolineato da Simone Chelini, Head of ESG & Strategic Activism di Fideuram – ISPB AM SGR, si tratta di strumenti finanziari non così conosciuti dagli investitori privati. “L’osservatorio CONSOB di quest’anno certifica che solo il 22% delle famiglie di risparmiatori intervistati conosce i green bond”, ha affermato Chelini.
I green bond finanziano progetti a tutela del clima e dell’ambiente e producono impatti positivi davvero significativi anche sul Pil italiano. “E’ molto interessante leggere cosa certifica il MEF nel suo rapporto annuale. L’anno scorso sono stati emessi, complessivamente, 500 miliardi di green bond. A fronte dei 35 miliardi di Titoli di Stato italiani connessi al mondo della finanza sostenibile – denominati BTP Green, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già allocato 8 miliardi di euro, producendo impatti significativi in termini di valore aggiunto, quantificabili in circa 13 miliardi di euro. Investimenti che hanno generato importanti effetti anche sull’offerta di lavoro, quantificabili in oltre 200.000 nuovi posti di lavoro” ha spiegato Chelini sottolineando che “questi investimenti sostenibili hanno quindi un impatto importante anche sul sistema economico”.
Green bond e obiettivi ESG divengono fondamentali, anche nell’ottica di conseguire gli obiettivi Net Zero previsti per il 2030 e il 2050. E in questo un ruolo importante è svolto proprio dalla Divisione Private di Intesa Sanpaolo.
“L’impegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking è importantissimo e in sintonia con il Piano d’Impresa 2022-25 del Gruppo Intesa Sanpaolo. La Divisione Private ha avviato nel 2021 un ambizioso Progetto ESG che coinvolge 167 professionisti di tutte le aree della Divisione e mira a integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti di gestione del business e delle attività”, ha spiegato Chelini.
Scendendo poi nel dettaglio dell’iniziativa “Il Sustainability Manager della Divisione Private Banking, come gli altri 16 professionisti delle altre Divisioni e aree di Governo del Gruppo ISP, svolge una supervisione complessiva e integrata delle iniziative ESG all’interno della Divisione; nel Comitato di Direzione è stata costituita una sessione “Sostenibilità (ESG)” che si riunisce con frequenza almeno trimestrale e poi c’è il team ESG & Strategic Activism, all’interno di Fideuram ISPB Asset Management SGR, dedicata all’integrazione delle metriche ESG nei processo di investimento”.
Il centro nevralgico dell’azione è il conseguimento dei quattro target indicati dalla Net Zero Asset Manager Initiative, definita da Chelini come “la più sfidante e impattante sfida sulla sostenibilità”.
Ma quali sono questi obiettivi? “Il primo è impegnarsi per raggiungere entro il 2050 la neutralità delle emissioni nette di gas serra di tutti i patrimoni gestiti da Fideuram – ISPB Asset Management SGR. Ma esistono obiettivi più ravvicinati: ad esempio l’impegno a ridurre, entro il 2030, le emissioni dei nostri portafogli del 50% rispetto al 2019- ha spiegato Chelini – Nei prossimi sette anni, inoltre, dovremmo mettere in atto un piano di engagement con gli emittenti responsabili del 90% delle emissioni finanziate per incentivarle ad impegnarsi in piani di decarbonizzazione solidi e trasparenti”.
“L’ultimo impegno è quello di triplicare entro il 2025 gli investimenti in climate solution e in particolare noi ci concentreremo sui green bond”, ha concluso.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).