Roma, 27 giu. (askanews) – Brandelli di abiti e bastoni appesi al filo spinato. È quanto rimane del tentativo di attraversare la barriera di Barrio Chino, che separa la città marocchina di Nador dall’enclave spagnola di Melilla. Sono 23 i morti confermati, secondo Afp, dopo che venerdì 24 giugno almeno 2.000 migranti, provenienti soprattutto dall’Africa sub-sahariana, hanno assaltato il confine mentre si sono registrate "violenze senza precedenti".
"Sembrava di essere in guerra, avevamo delle pietre, delle pietre piccole, per combattere l’esercito marocchino, che ci ha picchiato con ogni mezzo, con bastoni", ha raccontato a France Presse un migrante sudanese di 20 anni, attualmente in un centro di detenzione di Melilla.
"Mi sono arrampicato sulla barriera e una guardia marocchina mi ha colpito sulle mani. Sono svenuto e caduto dalla parte spagnola, dove sono stato picchiato dalle forze spagnole", ha raccontato un altro migrante.
Secondo le autorità marocchine, almeno 23 migranti sono morti e 140 agenti di polizia sono rimasti feriti, il bilancio più alto in anni di simili tentativi.
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