"Voglio solo che sia fatta giustizia, prima riportare a casa mia figlia e poi che sia fata giustizia". Elisabetta Shahini ha gli occhi lucidi, la voce tremante e gioca nervosamente con un anello che porta alla mano destra mentre inizia a ripercorrere la tragedia che ormai nove anni fa ha stravolto la sua vita. Di sua figlia, Sibora Gagani, si è persa ogni traccia il 7 luglio del 2014. Allora, la giovane originaria di Nettuno (Roma), aveva appena 22 anni. Si trovava a Terremolinos in Spagna, dove viveva insieme al suo fidanzato Marco Gaio Romeo, anche lui di Nettuno. 
"Lui quel giorno mi chiamò per chiedermi se fosse tornata in Italia, da me. Io risposi di no e pensai subito al peggio", racconta mamma Betta. "L’ha ammazzata lui, glielo chiesi al telefono ma negò tutto. E sono certa che anche la sua famiglia sapeva la verità", dice. 
Romeo è stato arrestato il 17 maggio scorso, accusato dell’omicidio della sua compagna, Paula, 28enne spagnola, con la quale ha un figlio. La polizia l’ha trovata cadavere in casa con ferite da arma da taglio sul corpo. È al momento dell’arresto che Romeo, oggi 45enne, confessa informalmente agli agenti di avere ucciso anche Sibora e di aver murato il cadavere nella casa in cui vivevano insieme. 
Il cadavere è stato trovato lo scorso 6 giugno. Resta ora da accertare che sia proprio quel che resta di Sibora. Tre giorni dopo il ritrovamento, mamma Betta ha inviato un prelievo di sangue per procedere con il test del DNA e conoscere una volta per tutte la verità. "Anche se so com’è andata, una parte di me continua a sperare che non sia lei", conclude Betta.

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