Roma, 6 mag. (askanews) – Da Napoli alla Toscana, tra il Monte Amiata e la Maremma. Una storia di famiglia, tradizione, favole, arte e vino, legata a Giovan Battista Basile, scrittore napoletano barocco e autore del celebre "Lo cunto de li cunti", uno dei più importanti riferimenti della tradizione della fiaba, da cui hanno attinto i fratelli Grimm, Perrault e molti altri per le loro favole famose ancora oggi nel mondo.
Un legame e una tradizione da portare avanti, tornando alle origini. È così che Giovan Battista, con la sua Basile Cantina Biologica di Cinigiano, che da oltre 20 anni produce alcuni dei vini più significativi del Montecucco Sangiovese Docg, ha lanciato "Petrosinella. Una storia di famiglia", un progetto che lega l’opera del loro antenato al vino: 24 Magnum della loro etichetta di punta, il Montecucco Sangiovese Docg Riserva pluripremiato ‘Ad Agio’ del 2017, con la raffigurazione di una fiaba del Basile, "Petrosinella", realizzata dall’artista napoletano Giovanni Anastasia.
"Dopo tanti anni di presenza in Toscana ho deciso anche di tornare alle origini pensando di dedicare qualcosa al mio antenato Giovambattista Basile".
L’intenzione è creare nel tempo cinque etichette con cinque fiabe di Basile raffigurate da uno o più artisti. Un progetto a tutto tondo che riguarda anche l’arte. Di recente grazie a suo fratello Pasquale Basile, Treccani ha pubblicato una volume da collezione con cinque fiabe de Lo Cunto, con inedite illustrazioni di artisti di fama mondiale, tra cui anche "Petrosinella". Un opera rarissima e di grande pregio. "Le due cose coincidono, il libro è in pochissime copie ma anche la nostra bottiglia è limitata".
Giovan Battista Basile è anche a capo del Consorzio Tutela Vini Montecucco, una piccola denominazione che raccoglie circa 70 produttori, ma che sta ottenendo sempre più riconoscimenti soprattutto a livello internazionale. "I vini Montecucco sono considerati molto buoni rispetto al loro prezzo quindi paradossalmente è più venduto all’estero che in Italia".
I vini Basile sono biologici: su otto ettari ci sono sangiovese (75%), merlot (20%), per il resto vermentino, viognier e petit manseng. Anche il giovane nipote Filippo Micillo, con l’altra azienda di famiglia, Le Pianore, a pochi chilometri di distanza, ma a 500 metri di altitudine, in un contesto montano alle pendici dell’Amiata, fa il vino in modo sostenibile: si allevano sangiovese e merlot, vermentino, petit manseng, viognier e sauvignon blanc. "La cosa bella di questa valle sono le escursioni termiche che ci portano a queste maturazioni sulle uve delicate nel tempo e portano questi tannini fini ed eleganti e freschi".
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