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Roma, 11 gen. (askanews) – In attesa di un nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, in cui si valuteranno nuove restrizioni contro il coronavirus, come ha anticipato il ministro della Salute Roberto Speranza, uno dei nodi principali resta la scuola.
Superiori riaperte oggi solo in Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta, quando sarebbero dovute riaprire al 50% in tutte le Regioni, in Trentino-Alto Adige sono ripartite già il 7 gennaio. Parte la mobilitazione contro la didattica a distanza di studenti e genitori che andrà avanti tutta la settimana in diverse città per chiedere una vera ripartenza delle lezioni in presenza. Manifestazioni, assemblee all’aperto, sciopero della DAD.
La stessa ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, intervistata su Rai Radio 1, ha ribadito che le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni che hanno la possibilità di riaprirle o meno. "Chiedo a tutti di trattare la scuola non in maniera diversa rispetto a come si trattano le attività produttive. Si fa l’errore di pensare che la scuola non produca incassi, ma i costi sono lo stesso altissimi e il messaggio deturpante per cui nelle regioni gialle oggi è tutto aperto tranne le scuole lascia profonde cicatrici nel mondo della scuola". La Dad, ha insistito, "può funzionare per qualche settimana e oggi è evidente che non può più funzionare, i ragazzi sono arrabbiati, stanno vivendo un black-out della socialità".
Dal canto suo il governo, attraverso il ministro Speranza, fa sapere che sulle superiori si sta cercando una soluzione. "Siamo alla ricerca di un equilibrio: non c’è formula magica o modello perfetto" ha detto.