Milano, 10 mag. (askanews) – Il mistero della materia, la sua insondabile malleabilità che la scultura prova a codificare ogni volta in modi diversi. Stefano Soddu porta a Milano, nello Studio museo Francesco Messina nella chiesa sconsacrata di San Sisto, una mostra che ripercorre la parte più recente della sua carriera e che indaga i modi in cui il lavoro si confronta con lo spazio, fisico e sentimentale.
"L’ho chiamata Geometria del ferro – ha detto l’artista sardo ad askanews – in quanto per me il ferro è pesante, ma al tempo stesso, ho cercato di rendere la leggerezza attraverso alcuni sistemi, come per esempio appendere il ferro alle pareti in modo che i pezzi siano quasi sospesi nell’aria. Ci sono 24 opere degli ultimi 20 anni nelle quali ho cercato di cogliere, oltre alla sensazione di leggerezza, anche il senso dello spirito, dell’anima".
Le opere chiedono allo spettatore di stabilire una relazione, la loro natura incerta porta a riflettere, a soffermarsi, a cercare territori ulteriori, che poi sono quelli propri di una scultura consapevole della storia e consapevole anche del luogo che la ospita, ossia un museo dedicato a un altro grande artista plastico. Ma le sensazioni che nascono dal lavoro di Soddu vanno oltre la semplice geometria del titolo per aprirsi alle possibilità altre, a quel divenire imprevisto che l’arte talvolta può innescare. "L’abbinamento tra il materiale duro del ferro e le polveri colorate – ha aggiunto lo scultore – rendono non solo la leggerezza, ma anche l’idea della spiritualità".
Una spiritualità che si alimenta sia dello spazio sia della natura dei singoli lavori, che gravitano intorno alle contraddizioni tipiche della materia, quando questa viene a contatto con la coscienza. E con queste premesse la mostra Geometrie del ferro resta aperta al pubblico fino al 12 giugno.