Chiara Petrolini non ha bisogno di scappare. La sua forza è la normalità, la capacità di mimetizzarsi in una vita apparentemente perfetta, senza mai tradire il minimo segnale di ciò che nasconde davvero. È questa capacità che ha portato i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna a una decisione netta: la ragazza deve tornare in carcere. Non ci sono alternative, perché Chiara non è solo pericolosa. Ed è come se fosse invisibile.
Nella sua villetta di Vignale di Traversetolo si sono consumati potenzialmente due omicidi, due gravidanze portate a termine in segreto, due vite spezzate. I genitori erano presenti, ma nulla li ha portati a sospettare cosa stesse accadendo sotto i loro occhi e sotto il loro tetto. Non il sangue trovato sui tappeti o nel lavandino, non il silenzio assordante che avvolgeva quei neonati mai sentiti piangere. Chiara ha agito con precisione, nascondendo ogni traccia, manipolando ogni situazione. E poi, una settimana dopo il suo secondo parto, eccola a New York, seduta davanti allo skyline di Manhattan, a godersi una vacanza in uno degli osservatori più in voga della grande mela.
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