Oltre 100 attivisti per il clima sono stati arrestati dopo aver inscenato un blocco galleggiante del più grande porto australiano di carbone. Tra loro ci sono anche cinque minorenni e un reverendo di 97 anni. Una flotta di kayak ha bloccato il traffico marittimo nel fine settimana presso il porto di Newcastle, sulla costa orientale dell’Australia, chiedendo al governo di porre fine alla dipendenza del Paese dalle esportazioni di combustibili fossili. Le autorità hanno acconsentito a lasciare che la protesta si protraesse per 30 ore, ma sono poi intervenute quando, allo scadere dell’ultimatum, i dimostranti hanno rifiutato di rimuovere il blocco. Tra le 109 persone fermate c’è il reverendo della Uniting Church Alan Stuart, 97 anni, che ha detto di voler evitare i disastri climatici per i suoi "nipoti e le generazioni future". "Abbiamo scelto di rischiare l’arresto perché gli scienziati avvertono che per evitare un collasso climatico catastrofico dobbiamo eliminare con urgenza i combustibili fossili", ha dichiarato il gruppo di protesta Rising Tide, che ha organizzato il blocco.
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