Roberto Saviano si scaglia contro il Movimento 5 Stelle e lo fa in maniera pesante.
Da osservatore esterno analizza i principali problemi del partito di Grillo ritenendo che in realtà il cancro che sta consumando il Movimento è all’interno dello stesso.
Lo sfogo dello scrittore napoletano all’indomani dei problemi che attanagliano la gestione di Roma da parte della sindaca penta-stellata Raggi. Saviano però non si schiera con nessuna forza politica, semplicemente si erge al di sopra del sistema per giudicarlo.
L’autore di Gomorra, infatti, ritiene che per governare in linea generale bisogna scendere a compromessi. Inoltre, rifacendosi alla filosofia di Weber, egli ritiene che la politica sia una vera e propria professione che lasci poco spazio all’improvvisazione.
Saviano è intervenuto sul proprio profilo Facebook con il seguente post:
“Ho osservato con attenzione quanto è accaduto a Roma nelle ultime settimane, e le vicende legate alla giunta Raggi mi hanno portato a fare alcune riflessioni che condivido qui con voi.
Mi domando spesso se in questo Paese sia realmente possibile entrare nel dibattito politico senza ricevere in risposta l’urlo da stadio. Responsabilità dei politici aver utilizzato il calcio (ha iniziato Berlusconi, ma poi lo hanno seguito tutti, nessuno escluso) come metafora per parlare di politica. E allora si scende in campo e si tifa per una parte politica: se critichi Renzi sei dei 5Stelle, se critichi De Magistris sei renziano e così via. Mi domando spesso se sia realmente possibile in questo Paese avere con la politica un dialogo che non sia solo fittizio.
Virginia Raggi ha fatto un video chiarificatore e lo ha pubblicato su Facebook, dove esiste la possibilità di rispondere alle domande. Quindi, in fondo, la comunicazione a senso unico poteva diventare un dialogo. Occasione persa. Mi domando spesso perché in questo Paese non posso dire, liberamente, senza essere additato come sostenitore dei poteri forti, che la responsabilità che ha il M5S è quella di aver spinto nel precipizio più profondo anche l’ultima briciola di fiducia che gli italiani ancora, gelosamente, conservavano nella politica. In quella politica che aveva tradito e rubato, insozzato e corrotto, ma che pure era ed è popolata da una folta schiera di onesti che non fanno notizia, che amministrano realtà difficili senza che nessuno si occupi di loro. Perché la politica è prima di tutto patto di fiducia, non solo con il movimento o il partito, ma con il progetto e poi con la persona. Pensare che tutti siano intercambiabili e sostituibili mi restituisce il senso di una società che dovrebbe rattristarci. “Uno vale uno” significa che nessuno di noi deve avere un ego potenziato, ma “uno vale uno” spesso viene frainteso come “se non mi vai bene tu, avanti un altro”.
È questo il tenore dei commenti che leggo: “Se Raggi non ci piace, poco importa, avanti il prossimo cittadino”. E poi ancora un altro. Questa non è democrazia, è confusione. Ok: Saviano attacca il Movimento! Saviano è renziano! Saviano è con i poteri forti! Mettetela come vi pare, il punto è che per governare bisogna scendere a compromessi e il modo peggiore di condividere con i cittadini delle scelte che sanno di compromesso è attraverso mail private o messaggi telefonici fatti trapelare senza che ci fosse alcun accordo. Questa è la negazione della trasparenza e pone un problema enorme tutto interno al Movimento. Oggi i peggiori nemici del M5S sono nel M5S e non è la stampa che ha esagerato o gli avversari politici che sull’affare capitolino ci hanno marciato.
Sarò fuori tempo, ma continuo a pensare che la politica sia altro e che non basta essere novità per essere realmente diversi. Sarò fuori contesto, ma continuo a pensare che per fare politica ci vogliano competenze (meglio ladro e corrotto o a digiuno di competenze ma onesto? Ma davvero credete che si debba per forza scegliere tra queste due categorie astratte? Chi ci ha fatto il lavaggio del cervello e convinto che non esistano politici per bene e competenti?). Continuo a credere che la politica sia una professione che richiede competenze specifiche e che non lascia spazio a improvvisazioni.
Questo vale per il M5S, per gli altri partiti e per il Governo (basta vedere le continue boutade di Lorenzin e i continui “non sapevo” di Alfano per capire che nessuno può tirarsi fuori e nessuno può puntare il dito) Se non la pensassi così, sarei sceso in campo anch’io”.