Giornata di presentazione. Mister Maurizio Sarri ha risposto per la prima volta da tecnico biancoceleste alle domande poste dai media.
“Non vedo il dualismo con Mourinho. L’ho conosciuto, è un bel personaggio che mi sta molto simpatico. Ha vinto più di me e ha un pedigree più elevato del mio. Nel derby faremo di tutto per vincere. Non ho citazioni in questo momento, citerò più me stesso che altri personaggi, come detto alla squadra voglio vedere spirito di sacrificio durante la settimana per divertirsi la domenica ed avere voglia di dominare le partite, questo è quello che vorrei vedere dalla squadra.
Il primo motivo per cui sono qui è di carattere personale, questa Società può tirare fuori le mie caratteristiche migliori. Il secondo motivo è sportivo perché in questa squadra vedo i presupposti per fare quello che piace a me. La Lazio arriva nel momento in cui avevo bisogno di questo tipo di Società, con queste caratteristiche, che mi potessero portare a fare questo lavoro nella maniera più adatta a me. Rinforzi? Il tempo è imponderabile, nelle mie esperienze ho visto un po’ di tutto, tra Empoli, Napoli, Chelsea e Juventus. Difficile prevedere come un gruppo possa reagire, vedremo come potremo limitare le difficoltà che inevitabilmente arriveranno in questa prima stagione. Con il Direttore abbiamo fatto una lista di ruoli per giocare un altro calcio rispetto al passato, finora ci siamo soffermati più sui ruoli che sui nomi. Sarà un mercato difficile per tutti. Ovviamente mi piacerebbe partire domani mattina con la lista definitiva di giocatori ma so che nel calcio attuale non è facile, bisogna essere pronti ad ogni soluzione.
Immobile? Le parole per lui le sta spendendo Mancini, che lo schiera sempre titolare. Non segna da qualche partita ma alla squadra non fa mancare nulla, sotto ogni aspetto. Capita un momento in cui i gol vengano meno, l’augurio è che gli arrivi quello più importante. L’Immobile visto in queste partite mi lascia molto tranquillo. Le valutazioni degli allenatori sono diverse da quelle dei giornalisti. Le Società sono fatte da persone, che in un determinato momento storico rappresentano una squadra. Questo percorso non sarà semplice e breve, nelle fasi iniziali con le squadre nuove ho sempre fatto fatica, quando hai idee precise e vuoi far giocare un tipo di calcio è sempre difficile, ci vuole tempo, non è facile mettere insieme 25 cervelli diversi. Sarà un percorso lungo ma sono convinto e spero che alla fine vedremo un calcio divertente, a prescindere dal risultato.
L’obiettivo principale è divertirsi, questo parte dall’allenatore, che coinvolge i giocatori. Si può quindi creare un’alchimia importante: giocando bene, si perdono poche partite. Luis Alberto? Non ha risposto ad una convocazione, è un problema societario dal punto di vista gestionale. Dal punto di vista morale, sto aspettando che parli con me e con la squadra per spiegarci il motivo. Non lo vedo nel ruolo davanti alla difesa, deve esprimere la sua qualità negli ultimi trenta metri. Felipe Anderson? Alla Lazio ha fatto sette mesi da giocatore stratosferico. Nel primo anno in Inghilterra fece bene, il suo problema è la continuità. Vogliamo creargli intorno le condizioni per mantenere la potenzialità enorme, è compito suo e nostro per renderlo più continuo. Spero di riuscire a capirlo ed a farlo diventare più continuo.
Ho vissuto tranquillamente l’attesa alla firma, non ho profili social. Mi fa piacere che i tifosi siano felici del mio arrivo, la pressione è normale e fa parte di ogni piazza. Faccio fatica a considerare quello dell’allenatore come un mestiere, visto che allenare è un piacere. Il calcio a porte chiuse non mi è mancato, ancor più la settimana di lavoro, non la partita. Con i tifosi allo stadio tutto crescerà a dismisura in breve tempo, con la speranza di rivedere presto gli stadi pieni. Ora ho tanta voglia di tornare ad allenare.
Modulo? Ho fatto il 4-2-3-1, il 4-3-1-2, poi sono passato al 4-3-3. Mi hanno sempre detto di essere un integralista ma faccio fatica a capirlo. L’obiettivo sarebbe partire con il 4-3-3 però poi c’è un’evoluzione. Spesso ho cambiato modulo rispetto al lavoro fatto nei primi dieci giorni di preparazione. I nostri interni sono da tutelare, il 4-3-1-2 ad esempio è molto dispendioso per loro, gli allunga le corse difensive. I nostri interni lo scorso anno hanno segnato molto insieme, voglio che continuino ad avere questa pericolosità offensiva.
Ogni squadra ha certe caratteristiche, questa squadra ha tanti giocatori in grado di creare una palla gol. Negli anni ho avuto attaccanti che hanno segnato tantissimo, servono però soluzioni alternative nei momenti in cui un attaccante segnerà meno. Il primo anno sarà di costruzione, questo non ci preclude niente ovviamente. Sarà solo più difficile rispetto agli anni successivi ma non ci diamo per vinti. Gli anni dopo sicuramente avremo l’obiettivo principale di tutte le squadre da metà classifica in su.
Nel 2020 la Lazio era l’avversaria più temibile, visto che aveva continuità. Quest’anno nella fase finale della stagione ha fatto pochi punti, quando accade questo non credo che sia un discorso di preparazione fisica, partite post lockdown a parte. Siamo davanti a dei calendari folli, dove nessuno, tra UEFA e FIFA, aiuta squadre e Nazionali. Anche per quest’ultime, servirebbero le categorie per ridurre le partite. Spero che ci sia la volontà di tutti per tornare ad un calcio sostenibile. L’obiettivo è diventare una squadra fortemente competitiva. La società voleva farmi quattro anni, io ho chiesto di farlo più corto, volevo essere sicuro di avere le stesse energie anche tra due anni. L’Europa League è un torneo difficile, ti porta a giocare il giovedì sera con trasferte lunghe. Richiede capacità di recupero molto lunghe, prevede una vastità di rosa non banale. Il mio Chelsea aveva tanti calciatore, mi permetteva di ruotare molti giocatori. La stanchezza non è solo fisica ma anche mentale da parte di tutto l’ambiente, calcistico e non. Vediamo che tipo di rosa viene fuori, quando si gioca in Europa bisogna dare tutto, a prescindere dalla competizione. Quest’anno il livello sarà ancora più alto, speriamo di poter essere competitivi. Preferisco scoppiare a marzo piuttosto che fare figuracce in Europa.
I social non ci ha portato un miglioramento ma un peggioramento delle relazioni sociali, sono ancora uno che già fatica con la relazione telefonica, mi piace parlare in faccia. Lotito? Non vengo da esperienze semplici a livello di presidenti, penso di poter avere un buon rapporto anche con lui. La storia della Lazio offre tante situazioni che rimangono in mente, quella che ho più cara è di Maestrelli, un personaggio che mi è rimasto particolarmente caro.
La difesa a 4 è l’ideale per le mie direttive tattiche, non ho la pazienza di aspettare le squadre avversarie quindi preferisco prenderle alte. Esterni? Inizieranno tutti un nuovo percorso, Lazzari mi ha detto che è pronto per giocare a 4. Marusic ha buona gamba, può giocare a 4 senza problemi.
Correa può ricoprire il ruolo di attaccante esterno che parte dalla sinistra, vediamo se avrà voglia. Aveva manifestato voglia di cambiare ambiente, se cambia idea io sono il più contento di tutti.
Con Peruzzi ho parlato cinque giorni fa, è importante per la Lazio e spero di ritrovarlo dopo i problemi fisici perché può darci una grande mano. Abbiamo tre attaccanti centrali per due posti, vedremo cosa proporrà il mercati e decideremo di conseguenza, vedremo nelle prossime settimane. Leiva ha accanto due costruttori con qualità offensive importanti, Milinkovic è bravo anche in difesa. Luis Alberto non è un incontrista ma porta movimenti importanti”.
(Foto LaPresse)
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