Roma, 8 ott. (askanews) – Mancano poco più di due mesi alla serata finale di Sanremo Giovani, che sarà trasmessa il prossimo 15 dicembre su Rai 1, ma tra pochi giorni scadrà il termine per la presentazione delle domande di partecipazione: i brani degli artisti dovranno arrivare all’organizzazione del Festival entro sabato 16 ottobre.
Il regolamento da questa edizione è stato modificato: innanzitutto è stata ridotta la fascia di età, e gli artisti per partecipare dovranno aver compiuto 16 anni alla data del primo gennaio 2022 o, in quella stessa data, non dovranno aver festeggiato il 30esimo compleanno.
Cambiamenti comunicati dalla Rai a metà settembre e che vedono molto critico Sergio Cerruti, Presidente dell’AFI, l’Associazione Fonografici Italiani.
"Ci sono giovani che hanno aspettative, ci sono giovani che investono soldi, anche durante il periodo estivo, per potersi produrre i propri dischi, le proprie musiche, e costruire i propri sogni e non credo che nessun manager, nessun dirigente pubblico, soprattutto del servizio radiotelevisivo italiano, si possa permettere il lusso di andarlo a cancellare con un gesto così irruento, dove il 16 settembre si dice: ‘quest’anno i giovani da 32 anni passano a 29, entro il 16 ottobre mandateci i provini’".
"E’ chiaro che nessuno si poteva essere preparato nei giorni precedenti: è chiaro che è una aspettativa che, quando non vieni selezionato, addirittura si protrae da un anno all’altro. Io credo che quella normalità che manca alla Rai e a Sanremo Giovani sia sintomatica della normalità che manca a questo Paese", ha aggiunto.
L’AFI chiede dunque alla Rai uno stop e un ripensamento del regolamento. "Io chiedo innanzitutto che venga sospeso il regolamento e poi che a questi giovani sia data la possibilità perlomeno di presentarsi", ha sottolineato.
Secondo le nuove decisioni Rai, in ogni caso, saranno dodici i finalisti ammessi a Sanremo Giovani, due dei quali approderanno al Teatro Ariston a febbraio. Sull’intero regolamento del festival Cerruti aggiunge: "Innanzitutto io non metto in dubbio che l’onere e l’onore di organizzare il festival di Sanremo spetti alla Rai, però mi chiedo come mai se fino al 2012 associazioni come la mia, quella che ho l’onore di presiedere, avevano il diritto di aver un confronto, con valore sostanziale, di supervisionare l’operazione del festival, oggi questo non deve essere più così. Mi fa venire in mente che c’è un problema di trasparenza, sinceramente".
"E poi suggerisco che potrebbe essere un’idea, proprio per stabilizzare il problema legato al regolamento, disgiungere la carriera del direttore artistico rispetto a quello del presentatore. In primis perché il presentatore fa il presentatore, quindi non è detto che sia preparato sugli aspetti tecnici, mentre il direttore artistico, che deve gestire anche la questione dei diritti piuttosto che le questioni più formali legate al regolamento, possa essere magari una emanazione, una propagazione del direttore di Rai1, che come tutti sappiamo ruota, e che quindi può ruotare anch’esso. Trovandoci così in una situazione diversa da quella in cui ci troviamo negli ultimi otto anni".
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