La 71esima edizione del Festival di Sanremo è archiviata. E che sia stata una manifestazione diversa da quella del passato è cosa ben nota a tutti, sia per chi l’ha visto sia per chi ne ha solo sentito parlare. Ma a rendere ‘speciale’ non sono stati solamente il covid e il carico di restrizioni che si è portato dietro. No. Basta vedere, anzi ascoltare, chi ha vinto, ovvero i , gruppo rock nato a Roma nel 2015 e composto da Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio. Negli ultimi tempi Sanremo ha tentato di rinnovarsi e cambiare pelle, ma con “Zitti e buoni”, il singolo che ha trionfato davanti a Francesca Michielin e Fedez, travolti dalle critiche, si è superata ogni più inattesa previsione di rottura col passato. Altro che classiche canzoni d’amore, ballate melodiose e emozioni soffuse su note dolci come il miele. Il ritmo, le parole, il senso della canzone che ha sbaragliato tutti sono un pugno nello stomaco e, forse per qualcuno, pure nelle orecchie. () Dopo X-Factor i hanno fatto il loro, trionfante, esordio a con un pezzo che è un violento grido di protesta nei confronti di chi ‘ha sempre qualcosa da dire’. E infatti Damiano, Victoria, Thomas e Ethan lo dicono chiaro e tondo: “Parla, la gente purtroppo parla. Non sa di che cosa parla. Tu portami dove sto a galla. Che qui mi manca l’aria”. Una potente ventata d’aria nuova, di rock puro, che può piacere o no. Ma che quando arriva spacca. () Leggi anche… “È proprio la canzone adatta a questo periodo” commenta qualcuno, ancora evidentemente un po’ ‘rintronato’ dall’imprevedibile cambiamento piombato sulle nostre vite negli ultimi mesi , di cui non si vede ancora la fine, e allo stesso tempo ‘stordito’ dal grido dei . Un grido che è anche un inno e una spinta a rivendicare il proprio imperscrutabile spazio vitale, unico, inimitabile, senza contrattazioni: “Sono fuori di testa ma diverso da loro. E tu sei fuori di testa ma diversa da loro. Siamo fuori di testa ma diversi da loro. Siamo fuori di testa ma diversi da loro, no”. () “Zitti e buoni” dei è dedicata a tutti quelli che si permettono di giudicare un’intera generazione di ragazzi considerati ‘sbandati’ o ‘peggio’ solo perché parlano, si vestono e si comportano in modo ‘politicamente scorretto’. E così a risuona un monito, come quello lanciato tanto ma non troppo tempo fa da Fabrizio De Andrè che si scagliava contro il pensiero di coloro che danno “buoni consigli se non possono più dare il cattivo esempio”. Tempi diversi, musica quasi agli antipodi, ma il concetto resta quello: vivi e lascia vivere. E, soprattutto, non rompere.