Roma, 24 nov. (askanews) – 880.000 nuove diagnosi ogni anno per un totale di oltre 9 milioni di persone che oggi convivono con una patologia cardio-cerebrovascolare, con ricoveri annuali che raggiungono i 900.000 e un burden economico stimato intorno ai 22-24 miliardi di euro considerando i costi diretti e indiretti legati alla spesa sociale, alla perdita di produttività e quelli a carico dei caregiver.
Le patologie cardio-cerebrovascolari in Italia rappresentano ancora oggi la prima causa di morte e seconda di disabilità (responsabili rispettivamente del 35% dei decessi e del 17,4% degli anni vissuti con disabilità – DALY), vera e propria priorità di sanità pubblica, destinata ad intensificarsi con l’invecchiamento demografico. Questi alcuni dati emersi nel corso dell’evento "Verso un Piano Nazionale Cardio-Cerebrovascolare – Se non ora quando?" promosso dall’Intergruppo Parlamentare per le malattie cardio e cerebrovascolari in collaborazione con The European House-Ambrosetti.
Spiega Rossana Boldi, Presidente dell’Intergruppo e Vicepresidente della Commissione Affari Sociali: "Contrariamente a quello che si pensa in Italia la prima causa di morte sono le malattie cardio-cerebrovascolari e non tocano solo il paziente anziano, ma anche i giovani. Parliamo del 31% di mortalità rispetto alla totalità dei decessi in Italia. È assolutamente indispensabile soprattutto agire sulla prevenzione".
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