Roma, 14 gen. (askanews) – Secondo il nuovo protocollo della scuola, previsto con il decreto legge del 7 gennaio 2022, a partire dalla scuola secondaria di primo e secondo grado, ovvero medie e superiori, in presenza di due casi positivi nella classe chi è vaccinato o guarito da meno di 120 giorni resta in aula con obbligo di mascherina ffp2, chi invece non è in regola con la vaccinazione va in dad. È la vera novità delle nuove regole per combattere la diffusione del Covid a scuola, a cui i presidi si erano inizialmente opposti.
Ma se prima il Garante della privacy vietava alla scuola di chiedere i dati sullo status vaccinale agli studenti, ora le cose sono cambiate, come spiega Mario Rusconi, presidente dell’Anp, Associazione nazionale presidi, di Roma:
"È il decreto legge, quello recentemente varato dal consiglio dei ministri, prevede che la scuola possa chiedere chi è vaccinato e chi non è vaccinato, diciamo ‘bypassando’ quelle che erano le regole che il Garante della privacy voleva che si rispettassero fino in fondo".
"Noi non eravamo d’accordo sul fatto di dividere la classe in non vaccinati-vaccinati per due motivi: uno è un motivo tecnico, è molto complesso fare lezione contemporaneamente a 5-6 ragazzi che sono sui banchi e contemporaneamente rivolgersi alla lim, la lavagna interattiva, oppure la computer, non è semplice tecnicamente parlando. Poi riteniamo che non sia molto utile dal punto di vista formativo, i ragazzi o stanno tutti in dad o stanno tutti in presenza", ha sottolineato.
"Però il consiglio dei ministri ha deciso diversamente e noi come funzionari dello stato ci atteniamo a quello che prevede il consiglio dei ministri", ha poi precisato.
Ma la pratica è molto diversa dalla teoria:
"Proprio giorni fa sono venuti due ragazzi di terza liceo, che su 15 ce n’erano solamente due in classe, perché gli altri o avevano contratto il virus o erano stati a contatto con persone che avevano il virus e mi hanno detto ‘ha senso che noi rimaniamo qua?’. I genitori ci hanno autorizzato e io ho autorizzato che stessero a casa pure loro, perché ha poco senso ed è una fatica improba per gli insegnanti stessi", ha poi raccontato Rusconi, che è preside dell’istituto Pio IX all’Aventino.
Intervista di
Stefania Cuccato
Montaggio di
Alessandra Franco