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Rosneft: si investe meno su petrolio e gas, prezzi in salita

Verona, 29 ott. (askanews) – Punto chiave nella discussione sul futuro dell’energia mondiale: la fattibilità tecnologica della transizione energetica. L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) stima che entro il 2050 la metà delle tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi di sviluppo a basse emissioni di carbonio non sarà ancora pronta per l’implementazione. Ma cosa ne pensa l’industria petrolifera? Ecco cosa ha detto Igor Sechin, presidente e CEO della major russa Rosneft al Forum Eurasiatico di Verona.

"La transizione energetica deve essere sincronizzata con la fornitura di risorse energetiche, forniture affidabili di metalli e altri materiali, lo sviluppo di tecnologie e l’adattamento del comportamento dei consumatori.

Senza questo, il concetto di base, riflesso nella stessa parola "transizione" come processo che si evolve nel tempo, sarà inoperante", ritiene il capo di Rosneft.

Decisioni errate nel campo della politica climatica possono portare a gravi conseguenze negative per l’economia e la società mondiali. "Allo stesso tempo, non solo le compagnie petrolifere e del gas sono a rischio, ma anche banche e investitori, a cui potrebbe essere effettivamente vietato investire in petrolio e gas", ha affermato Sechin, a capo della più grande compagnia petrolifera russa.

L’anno scorso il costo per ricostituire le riserve di idrocarburi è diminuito a 5 miliardi di dollari.

Il livello di ricostituzione delle riserve di petrolio e gas nel mondo è diminuito per il quarto anno consecutivo e i rischi di una carenza di forniture sono già inclusi nei prezzi, incidendo negativamente sul reddito dei consumatori europei e mondiali. Mentre la produzione di metalli e altri materiali necessari per l’energia a basse emissioni di carbonio è spesso accompagnata da elevate emissioni di carbonio durante la loro estrazione e lavorazione, ha sottolineato Sechin.

Secondo la Iea, le emissioni di gas serra dovute alla produzione di litio sono tre volte quelle della produzione di acciaio. Il nichel e l’alluminio superano l’acciaio di 7-8 volte nelle emissioni e i metalli delle terre rare di 50 volte. E Sechin prevede: lo scoraggiamento dell’energia tradizionale porta a una riduzione degli investimenti necessari per mantenere il livello di produzione delle risorse energetiche tradizionali, che provocherà un deficit e un aumento ancora maggiore dei prezzi.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio askanews

Immagini Rosneft, askanews, Internet

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