Milano, 8 giu. (askanews) – Man mano che le vaccinazioni procedono su larga scala, l’impatto pandemico sull’economia globale diminuirà e la domanda di petrolio è destinata ad aumentare. Tuttavia non è detto che l’offerta sarà adeguata poichè la stabilità a lungo termine delle forniture di petrolio è minacciata dalla mancanza di investimenti. Parola di Igor Sechin, dal 2012 Ceo del colosso petrolifero russo Rosneft e dal 2004 al timone del consiglio dei direttori.
Sechin ha presentato un’analisi dettagliata della situazione dell’economia mondiale al XXIV Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Al panel dal titolo "Trasformazione dell’energia mondiale", hanno partecipato anche l’amministratore delegato di BP Bernard Looney (parte anche del consiglio di amministrazione di Rosneft), il vicepresidente senior di ExxonMobil Neil Chapman, il presidente di Cnpc e di PetroChina Dai Houliang, l’ad di Glencore Ivan Glasenberg e altri esponenti di alto profilo del mondo dell’energia.
L’aumento delle riserve di petrolio e gas negli ultimi anni è ai minimi storici e già adesso è visibile una certa carenza di risorse, ha detto Sechin. "Questa tendenza potrebbe diventare la nuova norma per le major mondiali e portare all’esaurimento della base delle risorse. Il mondo corre il rischio di affrontare una grave carenza di petrolio e gas", ha affermato.
"Il mondo usa il petrolio, ma non è pronto a investirci", ha poi notato, sottolineando che Rosneft sta attuando il Carbon Management Plan fino al 2035 per ridurre le emissioni. Sta anche aumentando la sua produzione di gas, considerato il combustibile fossile più pulito, e prevede di aumentare la sua quota di produzione a oltre il 25%.
Intanto gli investitori hanno dimostrato apprezzamento per il progetto Vostok Oil. Vostok Oil tiene conto dell’uso di tecnologie avanzate per la protezione ambientale, dalla fase di perforazione dei pozzi alla messa in opera specializzata di oleodotti e navi cisterna, che verranno utilizzati per esportare petrolio. E per questo Sechin ritiene che il futuro resta il petrolio, ma con produzione di "barili verdi", a minore impatto ambientale.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio di Carlo Molinari
Immagini Spief, Rosneft, archivio